domenica 3 febbraio 2013

Anzio

di Daniele Lembo













Per i tipi della Delta Editrice di Parma, nell’ambito della collana WAR SET, Daniele Lembo ha prodotto una sua nuova monografia. La nuova opera di Lembo, dal titolo “Anzio”, tratta dei giorni dello sbarco Alleato sul litorale pontino.
Gli anglo americani nella loro avanzata lungo la penisola italiana, nel novembre 1943, vengono fermati per lunghi mesi dalla “Gustav”. Si tratta di una serie di opere fortificate che si dispiegano, per 120 km, da Minturno, a sud di Gaeta, fino alla costa Adriatica, a sud di San Vito/Ortona. Il vero punto focale della Gustav è Montecassino che costituisce, per gli Alleati che avanzano dal sud, il catenaccio che chiude l’accesso alla piana pontina e quindi a Roma. Il Monte è stato trasformato dai tedeschi in una fortezza naturale, realizzando postazioni per mitragliatrici e cannoni e campi minati. L’attacco a Montecassino viene sferrato il 17 gennaio ’44, dando l’avvio alla prima di quelle che saranno le “quattro battaglie p per Montecassino”. Gli Anglo americani, bloccati per mesi dalla Gustav, progettano uno sbarco alle terga della linea fortificata, da effettuarsi sulle coste di Anzio e Nettuno, cittadine che all’epoca sono unite nell’unico comune di Nettunia. Lo sbarco sul litorale, quindi, viene deciso a causa di unaintollerabile situazione di stasi sulla Gustav e si cerca, con quest’operazione, che prenderà il nome di “Operazione Shingle”, di tagliare i rifornimenti in uomini e materiali alle spalle dei tedeschi che combattono a MontecassinoLa preparazione alla “Shingle” ha inizio il 17 gennaio ’44 con violenti bombardamenti sulla costa. Solo nella notte del 22 gennaio 1944, alle 2.00 del mattino, gli angl o americani, supportati da un nutrito fuoco dal mare e da sessanta squadroni aerei fanno sbarcare, mediante 241 mezzi da sbarco, il 6° Corpo d’Armata, comandato dal Ten. Gen. John P. Lucas. Nelle prime ventiquattro ore vengono messi a terra 36.034 uomini e 3.000 veicoli di vario tipo ma nei giorni seguenti l’afflusso di uomini e mezzi sembra inarrestabile. I tedeschi, che hanno trasferito la quasi totalità delle loro truppe sulla Gustav, non hanno nulla da opporre allo sbarco. Racconterà uno dei soldati americani: “dopo aver messo piede a terra entrammo correndo e sparando in una pineta. Dopo un po’ ci accorgemmo che sparavamo contro il nulla perché non c’era nessuno. Correndo saremmo potuti arrivare fino a Roma ” Gli angloamericani del gen. Lucas invece di sfruttare la sorpresa ed avanzare, si fermano sulla costa, cosa che al comando germanico da la possibilità di reagire alla situazione. Nell’immediatezza dello sbarco il gen. Kesselring, per tamponare la falla e creare un velo di truppe, ordina il trasferimento in zona di alcuni reparti della 4° Divisione paracadutisti, della Divisione Herman Goering, della 3° Panzer Grenadier e della 71° Divisione di fanteria.. Successivamente, l’alto comando tedesco attua il piano Richard, che prevede il trasferimento sul fronte di Anzio di riserve che affluiscono dal Nord Italia, dalla Francia, e dai Balcani. Gli anglo americani, che avrebbero voluto con la “Shingle” risolvere il blocco di Montecassino, finiscono invece a impantanarsi.. Sono fermi sulla costa pontina, non riescono ad avanzare e, a ogni piè sospinto, sembra che i tedeschi siano sul punto di ributtarli a mare. Il commento di Churchill, sulla situazione venutasi a creare, sarà a dir poco caustico: & ldquo; avevo sperato – dirà lo statista inglese - di lanciare sulla spiaggia di Anzio un gatto selvatico, mentre invece ci troviamo sulla riva con una balena arenata.” Il comando alleato, per risolvere il problema rimuoverà il gen. Lucas, sostituendolo con il generale Truscott. Rommel, al posto di Lucas, con gli stessi uomini e con gli stessi carri armati, non incontrando resistenza, dopo due giorni sarebbe già arrivato a Roma. Il nuovo comandante alleato il 23 maggio darà l’avvio avvio all’operazione “Buffalo” che ha come obiettivo Cisterna di Latina. L’attacco viene spinto sul tratto di fronte che va dal canale Mussolini fino a Carano. Lo strapotere alleato è inarrestabile e il 25 maggio la cittadina pontina, che è ridotta a un cumulo di macerie, viene presa. La battaglia per Cisterna si rivela un nodo cruciale nella strategia alleata. Infatti, la conquista di questa piccola città laziale consentirà al 6° Corpo d’Armata di riunirsi alle avanguardie americane del 2° Corpo d’Armata che, reduci da Montecassino, stanno sopraggiungendo da Terracina. Il 4 di giugno gli anglo americani entreranno a Roma, dove verranno accolti da una folla festosa che acclamerà i liberatori.
Parte del nuovo lavoro editoriale di Lembo è dedicato ai reparti della R.S.I. sul fronte di Anzio, argomento troppo spesso dimenticato dagli storiografi. Non tutti gli italiani saranno lieti di essere liberati dagli alleati. Agli scontri sul litorale pontino parteciperanno anche i primi reparti organici italiani appartenenti alle forze armate della Republica Sociale Italiana. Si avvicenderanno, tra il gennaio e il giugno 1944, migliaia di militari della R.S.I. Nella difesa della Capitale, in quella che andrà sotto il nome di “battaglia pe r Roma”, saranno impegnati il
il Battaglione di fanteria di Marina “Barbarigo”, il Gruppo di artiglieria di Marina “San Giorgio e i motoscafi d’assalto i MAS della X° Flottiglia MAS. Inoltre, il Reggimento Arditi Paracadutisti “Folgore”; (1° Btg. “Folgore”, 2° Btg. “Nembo” 3° Btg. “Azzurro”), il Battaglione di formazione paracadutisti “Nembo”, il Gruppo Aerosiluranti “Carlo Emanuele Buscaglia” poi denominato Faggioni”, il 2° Battaglione Legionario SS, il 1° Battaglione Esplorante Legionario SS “Debica” e alcuni reparti minori. Di questi italiani ben 576 resteranno sul suolo della pianura pontina, altri 765 saranno i feriti.
Per chi volesse saperne di più “ANZIO” collana WAR SET - Delta Editrice, 40 pagine riccamente illustrate a colori.
In edicola al prezzo di euro 6,8.   




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