giovedì 28 febbraio 2013

A proposito di Jesse Owens


L’atleta afroamericano mise bene in chiaro che fu Roosevelt e non Hitler a “snobbarlo” - 



di: Giuseppe Biamonte

Rinascita ha pubblicato domenica 24 febbraio un interessante articolo di Mark Weber - traduzione di Gian Franco Spotti – sul grande centometrista statunitense Jesse Owens, che vinse ben 4 medaglie d’oro alle memorabili Olimpiadi di Berlino del 1936. Le notizie che ci fornisce il Weber e che demoliscono in modo definitivo la vulgata dei mistificatori della vittoria dell’atleta negro, al quale il Führer non avrebbe stretto la mano per motivi razziali (NBC Night News del 4 marzo 1984), era parzialmente nota per grandi linee. - 

L’autore del pezzo in esame ci fornisce però ulteriori preziosi dettagli storici: testimonianze di ex membri del team tedesco che parteciparono ai giochi olimpici. Nel 1984, uno di loro, Walther Tripps, atleta specialista nella corsa a staffetta ai medesimi giochi, inviò, citando altri testimoni oculari del suo racconto, una lettera di protesta all’emittente ZDF per contestare l’infondata versione ripetuta da codesta rete televisiva tedesca, sulle orme dei falsari della NBC.

A queste inoppugnabili testimonianze che sbugiardano categoricamente gli ideatori della patacca giornalistica (l’articolo del Weber è disponibile anche on line al link di Rinascita 8.eu) si aggiungono le cronache che la stampa statunitense dedicò all’atleta originario dell’Alabama ma residente a Cleveland, nell’Ohio, il giorno del suo arrivo a New York, reduce da trionfatore dai giochi olimpici berlinesi. Titolando “Owens arriva con parole cordiali per tutte le autorità”, The Pittsburgh Press del 24 agosto 1936 - non stiamo parlando, dunque, del Völkischer Beobachter o di qualche altra bieca pubblicazione nazionalsocialista – racconta che il tre volte primatista dei 100 metri tenne subito a precisare che “il mancato ricevimento da parte del Führer Adolf Hitler non l’aveva affatto deluso perché si era reso conto che il capo della Germania aveva molti impegni e aveva dovuto limitare il suo tempo a disposizione per presenziare ai giochi.

I tedeschi erano degli ottimi sportivi e la loro organizzazione dei giochi era stata impeccabile”. Nel prosieguo dell’articolo il reporter continua con i particolari dello sbarco dell’atleta dalla Queen Mary. Accolto trionfalmente dal suo primo coach, Charles Riley, e circondato dall’entusiasmo e dall’affetto di amici e parenti (“sua madre, una donnetta dalle spalle curve, vestita in nero e con gli occhiali inforcati, gli gettò le braccia al collo e sollevandosi sulla punta dei piedi per abbracciarlo, esclamò tra una dozzina di baci: Figlio mio caro, sono tanto orgogliosa di te”), Owens, dopo aver risposto a quanti lo interrogavano sui suoi progetti futuri, tornò volontariamente a parlare dei giochi olimpici, senza attendere le domande dei giornalisti. “Per quanto riguarda Adolf Hitler”, così annotò il cronista del Pittsburgh, “Owens ebbe solo parole benevole”.

Senza indugio l’atleta specificò infatti:
“Accadde che Hitler dovette lasciare lo stadio prima della cerimonia di premiazione dei 100 metri. Però prima di andarsene – io mi accingevo a raggiungere una postazione radiofonica – passai accanto alla sua tribuna. Egli, allora, mi salutò con un cenno della mano e io feci altrettanto. Penso che sia stato di cattivo gusto criticare l’uomo del momento in Germania” (l’articolo integrale, di cui forniamo la riproduzione dei passi più significativi, è consultabile in toto al link http://news.googli.co.uk
Nonostante le cronache registrassero, dunque, dalla viva voce dell’atleta la reale portata dell’accadimento, i falsari della storia, allora come oggi sempre all’opera per pilotare i mass media, forse indispettiti dall’onestà delle dichiarazioni del fuori classe della corsa, cercarono di stravolgere la verità dei fatti. Ultimamente uno spot pubblicitario di una nota società di telecomunicazioni ha riproposto, a fini commerciali, alcuni spezzoni del capolavoro della Riefenstahl dove si vede l’atleta in corsa verso la vittoria. I primi spot andati in onda qualche settimana fa mostravano sullo sfondo anche la figura del leader della Germania nazionalsocialista, ritto in tribuna, mentre assisteva alla gara, e uno scattante Jesse Owens sulla linea del traguardo. Dopo qualche giorno lo spot faceva vedere soltanto la corsa dell’atleta in vista della meta finale. Memori forse della figuraccia incassata dai mistificatori in servizio permanente effettivo, i guru della pubblicità avranno pensato bene di non correre il rischio di essere fraintesi, magari come responsabili involontari della riesumazione della bufala ammuffita associando la figura del “tiranno” a quella dell’atleta negro. Business is business e lo sfruttamento di certe immagini può risultare talvolta un vero e proprio boomerang. Pensate che, incredibile dictu, anche Wikipedia riporta correttamente, con tanto di specifica, la verità su quel fatto, ricordando tra l’altro che “Owens fece notare in seguito che fu Roosevelt, e non Hitler, a snobbarlo” (il presidente USA cancellò un appuntamento con l’atleta vincitore per motivi elettorali. Cfr. wikipedia.

Il 31 marzo p.v. ricorrerà il 33mo anniversario della scomparsa del grande olimpionico. Il minimo che possiamo fare è rendere onore alla sua onestà intellettuale e al suo amore per la verità.

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19338

mercoledì 27 febbraio 2013

martedì 26 febbraio 2013

TIRIAMO LE SOMME DA QUESTE ELEZIONI



di Maurizio Barozzi 

Dunque, da quello che si può capire dovremmo avere una Camera con maggioranza della sinistra di Bersani, un Senato in equilibrio di numeri, e in entrambi i rami del Parlamento, una forte presenza del Movimento 5Stelle di Grillo.Con queste proporzioni, a bocce ferme, sarebbe impossibile varare un governo stabile. Se consideriamo che “stabilità” vuol dire scempio della Nazione e depauperamento di quel poco, quasi niente, di Stato sociale che è rimasto, la mancanza di questa “stabilità” non può che essere positiva, perchè i rischi della ingovernabilità sono più che compensati dalle difficoltà e impedimenti che troverebbero gli Organismi mondialisti e le Istituzioni europee, a perpetuare, attravgerso i loro “tecnici” e i partiti tradizionali, il massacro del nostro popolo. Chissà se poi si possa anche aprire la strada a qualche speranza di riscossa nazionale.Non a caso la stampa estera ha subito espresso preoccupazioni per la situazione italiana. Le loro preoccupazioni, ovviamente, costituiscono le nostre minime speranze di riscossa.

Stabilito questo, facciamo una semplice considerazione: è evidente che se non ci fosse stato il “fenomeno Grillo” ora avremmo il “governo dell’ “alternanza” ovvero di Centro Sinistra guidato da Bersani il quale avrebbe poi sicuramente chiuso il cerchio con una alleanza con Casini e Monti.Questa prospettiva, ma del resto sarebbe stata deleteria anche una difficile affermazione di Berlusconi il quale, in ogni caso avrebbe anche lui chiuso il cerchio con una alleanza con il centro di Casini e Monti, questa prospettiva, dicevamo, conseguenza di una vittoria di Bersani, avrebbe anche portato alla elezione di un Presidente ella Repubblica, di un finto “sinistro”, in realtà un uomo dei Banksters, probabilmente Prodi o Amato.Quello che chiamano lo “tzunami Grillo” ha invece scombinato le carte già assegnate ed ora si apre un periodo alquanto difficile da prospettare. Ma in buona parte almeno positivo se si considera lo scampato pericolo di un altro quinquennio “tradizionale” con governi a forte maggioranza di centro sinistra o, più improbabile, se fosse stato di centro destra.

Il Centro parassitario dei Casini e di Monti, escluso il gradito flop di Fini, è riuscito ad ottenere quel minimo bastante per portare Monti alla Camera. Questo consulente dei banksters, portato al governo per fare carne di porco dello Stato Sociale, avrebbe dovuto essere ridicolizzato ed espulso definitivamente dalla politica attiva, ma vuoi l’alleanza con il Vaticano, vuoi lo spazio politico che gli ha concesso il centro di Casini, ambiente da sempre pendolante nelle orbite governative nazionali o locali, dove la “raccomandazione”, l’ “inciucio” e il parassitismo sono la il loro brodo ci coltura, hanno permesso la sua elezione. Una vergogna per tutto il popolo italiano.Quanto sia spudorato quest’uomo e quanto si senta portato e protetto da certi “poteri forti”, lo possiamo vedere dalle sue indecenti dichiarazioni post elezioni, nelle quali ha affermato, senza una minimo di vergogna, che ora lui, di fatto ripudiato dall’elettorato, è ‘”l’ago della bilancia”. 

Restano le valutazione positive, sia sull’Astensionismo, arrivato a cifra da record, che sul successo del Movimento 5Stelle di Grillo, che dimostrano come il popolo italiano si sia veramente stancato di queste cariatidi della politica di questi parassiti di destra, di centro e di sinistra. L’ideale sarebbe stato quello di rottamarli tutti, ma per ora accontentiamoci.Basti pensare, che questi furfanti dei partiti tradizionali, negli ultimi 25 anni hanno distrutto interamente lo Stato Sociale: garanzie sul lavoro, pensioni, sanità, scuola, ecc., proiettando i cittadini nella indigenza e privandoli di ogni sostegno sociale; hanno disintegrato tutto quel tessuto di piccole imprese, ditte e managerialità che erano il vanto e la forza della nostra economia; hanno riportato gli anziani e non solo a raccattare avanzi nei mercati rionali; hanno liquidato tutto quel poco che era rimasto delle partecipazioni pubbliche che almeno garantiva, grazie al principio del non profitto, una distribuzione delle risorse e delle infrastrutture dei servizi ai cittadini, liberalizzando tutto quello che era possibile privatizzare, mettendolo così sotto la logica del profitto con gravi ripercussioni per la popolazione. E tutto questo per impinguare e garantire all’usura internazionale, ai banksters, altissimi profitti.Ma bastasse questo, no per carità, hanno anche svenduto ogni minimo residuo di sovranità nazionale, riempiendo il paese di basi militari Nato sotto controllo atlantico, basi anche atomiche esponendoci a rischi gravissimi; ci hanno portato in guerre assurde e indecenti per gli interessi atlantici.E per ultimo, grazie ad un mezzo colpo di Stato silenzioso, operato con la collaborazione di Napolitano, sono riusciti ad imporre, direttamente alla guida del governo del paese, un consulente delle grandi banche di affari, che in men che non si dica ha varato decreti, disposizioni e leggi atte, non solo ad adeguare tutta il tessuto economico e sociale agli interessi del sistema bancario, ma soprattutto ad ingabbiare e ammanettare i futuri governi del paese in modo che ottemperino, a prescindere di ogni altra sacrosanta necessità nazionale, al saldo dei debiti (la famosa “truffa” del debito pubblico) provocati dall’usura bancaria internazionale.

E di questo scempio della Nazione, in questi 25 anni sono stati tutti responsabili: la sinistra ex Pci ed oramai “liberal”, compresi i residuati di Rifondazione comunista che hanno liquidato un patrimonio quasi secolare di ideali, trasformandosi in una viscida tendenza politica di stampo neoradicale; il centro destra di Berlusconi, un coacervo di interessi privati, permeati dal più infame ideale liberista e consumista retaggio dell’americanismo, indecentemente asceso alla guida governativa del paese. Delle forze di Centro meglio non parlarne, sono lì, questi escrementi ex DC, da sempre presenti, dove c’è la “pappatoia” l’inciucio. E tutti questi partiti tradizionali, giocando sullo “scambio delle consegne del Parlamento”, determinato dall’alternanza politica, comunque determinata, continuavano ad andare avanti come se nulla fosse, grazie allo “spauracchip” che gli consentiva di turlupinare gli elettori: votate Bersani, altrimenti avremo ancora il “nano di Arcore”! No, votate Berlusconi, altrimenti vincono i comunisti! E giù idiozie di questo genere.Ora, di fronte allo scempio dello Stato sociale, alla dissoluzione totale della Nazione, una buona parte della popolazione, quella più intelligente, più colpita, più sensibile, si è ribellata e nonostante un certo “terrorismo” profuso a piene mani dai mass media, tutti di proprietà di gruppi finanziari interessati al Sistema (La Repubblica della finanza che ha in tasca il PD, è Sistema; il Messaggero dell’impero dei Caltagirone, sponsor di Casini, è Sistema: il Giornale e le Reti Mediaset sono Stistema, e così via), si è Astenuto o ha votato per Grillo. Se si considerano gli spauracchi e il lavaggi dei cervelli che il Sistema può e ha messo in atto, per sostenere i partiti tradizionali, non è poco.Sarà possibile, visto il successo elettorale ottenuto, trasformare questa affermazione in elementi positivi atti a impedire il proseguimento del massacro del popolo italiano?La domanda è alquanto problematica, perchè state pur certi che già da subito si sono messe in moto le tecniche infami del Sistema: primo, il ricatto della ingovernabilità agitato dai mass media e da tutti i partiti in via di rottamazione: spaventare il popolo per riesumare governi tradizionali; secondo la caccia, ed hanno anche avuto il coraggio di dirlo in televisione, a singoli elementi o gruppi di parlamentari del Movimento 5Stelle che andranno al parlamento.Si cercherà di comprarli, di corromperli di determinare qualche opportuna scissione. Conoscendo la nostra società occidentale, consumista, corrotta e corruttibile, abbiamo serie preoccupazione che queste manovre, in qualche modo, possano andare in porto. La storia ci insegna che come si mette piede nel Parlamento, nei consigli Regionali e Comunali, subito si è avviluppati in certe consuetudini, in certe “regola”, in un certo andazzo fatto di inciuci, allettamenti, possibilità di gestire e quindi ricavarne beni e potere, l’amminsitrazione pubblica. Sono sirene difficili da non ascotare. Lo abbiamo visto con Rifondazione Comunista, di cui abbiamo parlato, o anche con la Lega che da Roma ladrona, ci ha poi mostrato un sua perfetto calarsi nello stesso squallido andazzo per la cui denuncia aveva ottenuto tanti consensi.Staremo a vedere.

Un ultima osservazione: il flop clamoroso di alcuni gruppi come Casapound, Forza Nuova o della Sinistra antagonista. Ma possibile che ancora non si è capito che i ludi cartacei, le tornate elettorali, sono regolate da certe regole non scritte, da certe consuetudini consolidate, per superare le quale servono o gli appoggi dei mass media, che ovviamente in questi casi non ci possono essere, oppure un fenomeno particolare di “entusiasmo” collettivo, come è stato il caso di Grillo. Altrimenti non si supera la soglia della eleggibilità.Che almeno imparino, questi gruppi minoritari che vogliono professare antagonismo, una volta per tutte, che non è possibile “giocare” alle elezioni: non bastano le sacrosante ragioni di un certo antagonismo per avere il consenso popolare che necessiterebbe. La stragrande maggioranza delle persone che vanno a votare, sono gente semplice, facilmente influenzabile, sprovveduti che fanno oscillare le loro preferenze in base ad una infinità di fattori emotivi e ad una certa dose di interessi personali. Oltretutto il nostro paese è un paese di “vecchi” e quindi le forze giovanili scarseggiano, minimizzando la possibilità di ottenere voti di “rottura”.E’ così e basta, ce se ne faccia una ragione.

Il fascismo è innatamente antisemita?


di: Nicholas Farrell*

E’ vera la presunzione che il Fascismo sarebbe stato intrinsecamente e violentemente antisemita e che i fascisti volevano sterminare gli ebrei? No, è sbagliata. Questa viene applica ai Nazionalsocialisti.
Lo storico e giornalista tedesco Emil Ludwig, che scrisse un avvincente libro su Mussolini nel 1932 basato su una serie di lunghe interviste al Duce, affermò: “ Indubbiamente nessun personaggio inglese o russo ebbe un giudizio così comprensivo verso gli ebrei come Mussolini lo ebbe nei miei confronti nel 1932 “
Ludwig, il cui vero cognome era Cohn, era ebreo e scrisse queste parole nel 1946 nell’introduzione ad una nuova edizione del suo libro “ Talks With Mussolini” (Colloqui con Mussolini). In altre parole, le scrisse col senno del poi: la Seconda Guerra Mondiale era finita e gli orrori dell’olocausto erano stati rivelati.
Fu solo dopo la fatale alleanza dell’Italia con la Germania Nazionalsocialista alla fine degli anni 30 che il Fascismo italiano divenne antisemita, ma anche allora non aveva alcun piano di sterminare gli ebrei. Fino a quel periodo i circa 50.000 ebrei italiani erano bene integrati e molti fascisti di rilievo erano ebrei.
Margherita Sarfatti, amante di Mussolini fino agli anni 30, era ebrea. Figlia di una ricca famiglia veneziana, la Sarfatti incontrò Mussolini a Milano prima della Prima Guerra Mondiale quando questi era un astro nascente del socialismo rivoluzionario. Essa scrisse articoli sull’arte per il giornale del Partito Socialista Avanti!, editato da Mussolini.
Seguì Mussolini quando questi abbandonò il Partito Socialista Italiano nel 1914. Egli però non abbandonò mai il socialismo, perché il partito voleva che l’Italia rimanesse neutrale e lui si accorse che ciò avrebbe portato il paese ad essere uno spettatore più che un protagonista. E quando fondò il Fascismo come movimento rivoluzionario di sinistra alternativo nel 1919, la Sarfatti divenne una dei suoi ferventi propagandisti, scrivendo la prima biografia di Mussolini dopo la presa del potere nel 1922. Intitolato “DUX” in italiano, questo libro brillante ma adulatorio fu pubblicato prima in inglese nel 1925 e divenne un best-seller internazionale trad in 20 lingue.
I fascisti italiani non erano né più né meno antisemiti o razzisti di quanto lo fossero gli europei in generale a quel tempo.
Nel 1920 Winston Churchill scrisse un articolo sul Illustrated Sunday Herald a proposito di tre tipi di ebrei, due buoni e uno cattivo: gli ebrei “Nazionali” che erano patriottici, gli ebrei “Sionisti” che volevano creare Israele e gli ebrei “Internazionali”, che includevano i leaders comunisti russi, considerati cattivi perché stavano dietro ad “una cospirazione mondiale per rovesciare la civilizzazione”.
Fintanto che Mussolini non si alleò con Hitler alla fine degli anni 30, non c’era niente nel Fascismo italiano che poteva essere interpretato come insolitamente antisemita. Allo stesso Ludwig nel 1932 Mussolini disse: “E’ ovvio che non ci siano più razze pure; nemmeno gli ebrei non hanno potuto evitare il mischiarsi del sangue. Incroci ben riusciti hanno spesso promosso l’energia e la bellezza di una nazione. La razza! E’ un sentimento, non una realtà; almeno al 95% è un sentimento. Niente riuscirà mai a farmi credere che razze biologicamente pure possano esistere oggi. E’ abbastanza divertente costatare che non uno di coloro che hanno proclamato la “nobiltà” della razza Teutonica, fosse lui stesso un Teutonico. L’antisemitismo non esiste in Italia. Gli italiani di stirpe ebraica si sono dimostrati buoni cittadini ed hanno combattuto con coraggio nella guerra “
Tuttavia nel settembre del 1938, mentre Mussolini veniva definito l’angelo della pace in seguito al Trattato di Monaco, e che si supponeva dovesse garantire “la pace dei nostri tempi”, egli introdusse le leggi anti-razziali in Italia. Mentre il Nazionalsocialismo tedesco era sempre stato antisemita, il Fascismo italiano non lo fu mai. Non era nemmeno inevitabile che la Germania nazista e l’Italia fascista, nonostante l’odio condiviso per il capitalismo e per il comunismo, dovessero diventare alleati militari. Anzi, l’annessione dell’Austria da parte di Hitler nel Marzo del 1938, che confinava con l’Italia e dava accesso ai Balcani, fece irritare e spaventare Mussolini. Tuttavia la sua invasione dell’Abissinia nel 1935 gli provocarono un pericoloso deterioramento delle relazioni con Gran Bretagna e Francia, obbligandolo a cercare sostegno altrove.
Gli stretti legami fra i nazionalsocialisti e i fascisti italiani non furono la ragione per la quale Mussolini introdusse le leggi antirazziali le quali furono il catalizzatore. Il motivo a radici profonde. Il nemico numero uno di Mussolini, sia come socialista che come fascista, era sempre stata la borghesia. Ciò includeva anche i comunisti russi che lui definiva capitalisti di stato. Egli giunse alla conclusione che gli ebrei ne fossero la personificazione. Il suo antisemitismo non derivava da un odio per la razza ebraica ma dalla forma mentale ebraica il cui spirito antifascista era un importante ostacolo alla fascistizzazione dell’Italia. Ma un ebreo poteva sempre rinunciare alla sua fede.
L’antisemitismo di Hitler invece era di natura biologica: un ebreo rimane sempre un ebreo.
Le leggi razziali di Mussolini furono nefaste perché trasformarono gli ebrei italiani in cittadini di secondo ordine. Tuttavia non un solo ebreo fu consegnato ai campi tedeschi dall’Italia, o dalla Francia, Jugoslavia e Grecia occupate dagli italiani, almeno fin dopo la caduta di Mussolini provocata da Re Vittorio Emanuele III nel luglio del 1943 in seguito alla liberazione della Sicilia da parte degli alleati.
Mussolini ritornò al potere nel Nord dell’Italia nel Novembre 1943 come capo della Repubblica Italiana con base sul Lago di Garda, ma egli era nelle mani di Hitler.
I fascisti che si trovavano nella parte della Francia da loro occupata fino al settembre 1943 salvarono migliaia di ebrei, molti di più del ‘buon nazista’ nel film del 1993 di Steven Spielberg: Schindler’s List. Ma non li salvarono dai tedeschi, bensì dal Regime di Vichy che si dava da fare per deportare gli ebrei verso i campi nazisti.
Fra il settembre 1943, quando i tedeschi occuparono l’Italia che aveva cambiato alleanze, e l’aprile 1945, furono arrestati in Italia un totale di circa 8.500 ebrei (circa il 17% del totale residente in Italia) e deportati verso i campi di concentramento nazisti. Si stima che ne morirono 7.680. I nazisti avevano ordinato il loro arresto e la deportazione e i soldati nazisti obbedirono agli ordini, sebbene i fascisti italiani qualche volta collaborarono.
Mi sono sempre chiesto: Mussolini avrebbe potuto evitare la fatale alleanza con Hitler e rimanere neutrale nella Seconda Guerra Mondiale? E quali sarebbero state le conseguenze?
Il Generale Francisco Franco, il dittatore nazionalista di Spagna lo fece e la sua dittatura continuò fino al 1975.
Ma la Spagna non è l’Italia e Mussolini non era Franco. La Spagna, al contrario dell’Italia, era appena uscita da una devastante guerra civile. E la posizione geografica dell’Italia nel cuore del Mediterraneo rendeva la neutralità molto più difficile. In entrambe le guerre mondiali l’Italia era neutrale all’inizio ed entrambe le volte vi entrò nove mesi dopo.
Se Mussolini fosse rimasto neutrale, sono certo che Hitler si sarebbe presa l’Italia “austriaca” a nordest del Lago di Garda fino alle Alpi e quelle nazioni balcaniche che fino al 1918 facevano parte dell’Impero di Vienna. Tuttavia, indipendentemente da ciò, l’Italia poteva rimanere neutrale e quindi rimanere fascista anche dopo la guerra, sebbene ad un certo momento ci sarebbe stata senz’altro una guerra civile, come c’era stata in Spagna ma che Mussolini avrebbe potuto comunque vincere con facilità. E poi c’è un’altra cosa: se l’Italia fosse rimasta neutrale, Hitler non avrebbe dovuto ritardare in modo così fatale l’invasione della Russia nel 1941, avendo dovuto togliere le castagne dal fuoco agli italiani in seguito alla loro invasione della Grecia e così l’Europa e l’America si sarebbero risparmiate la Guerra Fredda…
 
Traduzione a cura di
Gian Franco Spotti
Fonte:
http://takimag.com/

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19332

domenica 24 febbraio 2013

Chi governa il mondo? La prova consistente che un gruppo ristretto di ricchi elitari tira le fila


di Michael Snyder 

The Economic Collapse
novus-ordo
Esiste un gruppo oscuro di elitisti oscenamente ricchi che controllano il mondo? Uomini e donne con enormi somme di denaro governano davvero il mondo da dietro le quinte? La risposta potrebbe sorprendervi. La maggior parte di noi tende a pensare al denaro come ad un modo conveniente per effettuare transazioni, ma la verità è che esso rappresenta anche il potere e il controllo. E oggi viviamo in un sistema neo-feudale in cui i super ricchi tirano tutte le corde.
Quando parlo degli ultra-ricchi, non parlo di persone che hanno qualche milione di dollari. Come si vedrà più avanti in questo articolo, gli ultra-ricchi hanno abbastanza soldi, depositati in banche offshore, da acquistare tutti i beni e i servizi prodotti negli Stati Uniti nel corso di un intero anno ed essere ancora in grado di pagare tutto il debito nazionale degli Stati Uniti. E' una somma di denaro così grande da essere quasi inconcepibile.
In base a tale sistema neo-feudale, tutto il resto di noi siamo schiavi del debito, compresi i nostri governi. Basta guardarsi intorno - tutti stanno annegando nel debito, e tutto quel debito sta rendendo gli ultra-ricchi ancora più ricchi. Ma gli ultra-ricchi non stanno semplicemente seduti su tutta quella ricchezza. Ne usano una parte per dominare gli affari delle nazioni. Gli ultra-ricchi possiedono praticamente ogni grande banca e ogni grande società del pianeta. Usano una vasta rete di società segrete, think tank e organizzazioni di beneficenza per promuovere le loro agende e per mantenere in riga i loro membri.
Controllano il modo in cui vediamo il mondo attraverso i loro diritti di proprietà sui media e il loro dominio sul nostro sistema di istruzione. Finanziano le campagne della maggior parte dei nostri politici ed esercitano un'enorme influenza su organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e il WTO. Se fate un passo indietro e date un'occhiata al quadro generale, non c'è dubbio su chi gestisce il mondo. E' solo che la maggior parte delle persone non vuole ammettere la verità.
Gli ultra-ricchi non vanno a depositare i loro soldi in una banca locale come voi e me. Al contrario, tendono a riporre le loro attività in luoghi in cui non saranno tassati, come le Isole Cayman. Secondo un rapporto che è stato rilasciato la scorsa estate, l'élite globale ha più di32 trilioni di dollari nascosti in banche offshore in tutto il mondo.
Il PIL degli Stati Uniti nel 2011 era di circa 15.000 miliardi di dollari, e il debito nazionale degli Stati Uniti è arrivato a circa 16.000 miliardi di dollari, così che se anche li sommaste, insieme non raggiungerebbero 32.000 miliardi di dollari.
E, naturalmente, non stiamo considerando neanche i soldi  nascosti in altri luoghi che lo studio non ha calcolato, e neanche tutta la ricchezza che l'élite globale ha in beni solidi come quelli immobiliari, metalli preziosi, opere d'arte, yacht, etc
L'élite globale ha davvero accumulato una quantità incredibile di ricchezza in questi tempi difficili. Si legge in un articolo dell'Huffington Post ...
Alcuni individui ricchi e le loro famiglie hanno più di 32.000 miliardi di dollari di risorse finanziarie nascoste in paradisi fiscali off-shore, che rappresentano più di 280 miliardi di di dollari di perdita nelle entrate fiscali, secondo la ricerca pubblicata Domenica.
Lo studio stima l'entità della ricchezza finanziaria privata globale detenuta in conti off-shore - escluse le attività non finanziarie, come quella immobiliare, oro, yacht e cavalli da corsa – e ritiene che sia compresa tra i 21 e i 32 miliardi di dollari.
La ricerca è stata condotta in seguito alla pressione del gruppo Tax Justice Network, che si batte contro i paradisi fiscali, da James Henry, ex economista capo del gruppo di consulenti McKinsey & Co.
Ha usato i dati della Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Nazioni Unite e  banche centrali.
Ma, come ho detto in precedenza, l'élite globale non ha semplicemente un sacco di soldi. Ha anche acquistato praticamente quasi ogni grande banca e ogni grande società in tutto il pianeta.
Secondo un’eccezionale articolo del NewScientist, uno studio condotto dal Politecnico Federale di Zurigo su oltre 40.000 imprese transnazionali ha scoperto che un nucleo molto ristretto di grandi banche e gigantesche società saccheggiatrici dominano l'intero sistema economico mondiale ...
Un'analisi delle relazioni tra 43.000 imprese transnazionali ha identificato un gruppo relativamente piccolo di aziende, soprattutto banche, con un potere sproporzionato sull'economia globale.
I ricercatori hanno scoperto che questo nucleo centrale è costituito da sole 147 aziende connesse molto strettamente ...
Quando la squadra ha esaminato ulteriormente la rete di proprietà, ha trovato che in gran parte risalivano ad una "super-entità" di 147 società ancora più strettamente legate - tutta la loro proprietà è detenuta da altri membri della super-entità - che controllano il 40 per cento della ricchezza totale della rete. "In effetti, meno dell'1 per cento delle imprese sono in grado di controllare il 40 per cento di tutta la rete", dice Glattfelder. Per la maggior parte si tratta di istituzioni finanziarie. Tra le 20 principali ci sono la Barclays Bank, JPMorgan Chase & Co, e il Gruppo Goldman Sachs.
Le seguenti sono le principali 25 banche e società nel cuore di questa "super-entità". Molti dei nomi sulla lista sono conosciuti...
1. Barclays plc
2. Capital Group Companies Inc
3. FMR Corporation
4. AXA
5. State Street Corporation
6. JP Morgan Chase & Co
7. Legal & General Group plc
8. Vanguard Group Inc
9. UBS AG
10. Merrill Lynch & Co Inc
11. Wellington Management Co LLP
12. Deutsche Bank AG
13. Franklin Resources Inc
14. Credit Suisse Group
15. Walton Enterprises LLC
16. Bank of New York Mellon Corp
17. Natixis
18. Goldman Sachs Group Inc
19. T Rowe Price Group Inc
20. Legg Mason Inc
21. Morgan Stanley
22. Mitsubishi UFJ Financial Group Inc
23. Northern Trust Corporation
24. Société Générale
25. Bank of America Corporation
L'élite ultra-ricca spesso si nasconde dietro strati e strati di proprietà, ma la verità è che grazie ad un incastro di relazioni aziendali, l'élite controlla praticamente quasi tutte le società Fortune 500.
La quantità di potere e di controllo che questo conferisce loro è difficile da descrivere.
Purtroppo, questo stesso gruppo di persone gestisce le cose da moltissimo tempo. Ad esempio, il sindaco di New York John F. Hylan ha dichiarato quanto segue durante un discorso tenuto nel lontano 1922 ...
La vera minaccia alla nostra Repubblica è il governo invisibile, che come una piovra gigante allunga i suoi viscidi tentacoli sulle nostre città, stati e nazioni. Senza fare semplici generalizzazioni, lasciatemi dire che a capo di questa piovra ci sono la Rockefeller-Standard Oil e un piccolo gruppo di potenti istituzioni bancarie generalmente indicate come banchieri internazionali. La piccola cricca di potenti banchieri internazionali  praticamente dirige il governo degli Stati Uniti per i suoi scopi egoistici.
Praticamente controllano entrambe le parti, scrivono le piattaforme politiche, usano come burattini i leader di partito, utilizzano i dirigenti delle organizzazioni private, e ricorrono ad ogni strumento per mettere in nomination per le alte cariche pubbliche solo quei candidati che si assoggetteranno ai dettami delle grandi imprese corrotte.
Questi banchieri internazionali e la Rockefeller-Standard Oil possiedono la maggioranza dei giornali e riviste in questo paese. Usano le colonne di queste riviste per sottomettere o scacciare i funzionari di cariche pubbliche che si rifiutano di eseguire gli ordini delle potenti cricche corrotte che compongono il governo invisibile. Operano sotto la copertura di uno schermo creato da loro stessi [e] sequestrano i nostri dirigenti, gli organi legislativi, le scuole, i tribunali, i giornali e ogni agenzia creata per la sicurezza pubblica.
Questi banchieri internazionali hanno creato le banche centrali di tutto il mondo (tra cui la Federal Reserve ), e usano le banche centrali per intrappolare i governi del mondo in cicli di debito senza fine da cui non c'è scampo. Il debito pubblico è un modo per prendere i soldi da tutti noi "legittimamente", trasferirli al governo, e quindi trasferirli nelle tasche degli ultra-ricchi.
Oggi, Barack Obama, e quasi tutti i membri del Congresso rifiutano assolutamente di criticare la Fed, ma in passato ci sono stati alcuni membri coraggiosi del Congresso che sono stati capaci di prendere una posizione. Ad esempio, la seguente citazione proviene da un discorso che il deputato Louis T. McFadden tenne alla Camera dei Rappresentanti il 10 giugno, 1932 ...
Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al Consiglio della Federal Reserve e alle banche della Federal Reserve. Il Consiglio della Federal Reserve, una commissione governativa, ha truffato il Governo degli Stati Uniti e il popolo degli Stati Uniti di una quantità tale di soldi che basterebbe a pagare il debito nazionale. I saccheggi e le iniquità del Consiglio della Federal Reserve sono costati a questo paese abbastanza soldi da pagare il debito nazionale più volte. Questa istituzione malvagia ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, si è ridotta in bancarotta, e ha mandato praticamente in bancarotta il nostro Governo. Lo ha fatto attraverso i difetti della legge sotto cui opera, attraverso la cattiva amministrazione di tale legge da parte del Consiglio della Federal Reserve, e attraverso le pratiche corrotte dei danarosi avvoltoi che la controllano.
Purtroppo, la maggior parte degli americani crede ancora che la Federal Reserve sia un'"agenzia federale", ma assolutamente non è così. La seguente citazione  proviene dal sito factcheck.org ...
Gli azionisti delle 12 banche regionali della Federal Reserve sono banche private che rientrano nel Sistema della Federal Reserve. Queste includono tutte le banche nazionali (protette dal governo federale) e quelle banche statali che desiderano aderire e rispondono a determinati requisiti. Circa il 38 per cento delle oltre  8.000 banche nazionali sono membri del sistema, e quindi possiedono le banche FED.
Secondo i ricercatori che hanno esaminato la proprietà delle grandi banche di Wall Street che dominano la Fed, gli stessi nomi appaiono più e più volte: i Rockefeller, i Rothschild, i Warburg, i Lazard, gli Schiff e le famiglie reali d'Europa .
Ma i banchieri internazionali ultra-ricchi non hanno fatto questo genere di cose solo negli Stati Uniti. Il loro obiettivo era quello di creare un sistema finanziario globale dominato e controllato da loro. Basta leggere quello che il professore di storia  della Georgetown University Carroll Quigley ha scritto una volta ...
l poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo di vasta portata, niente meno che di creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private in grado di dominare il sistema politico di ogni paese e l'economia del mondo nel suo complesso. Questo sistema doveva essere controllato in un regime feudale dalle banche centrali del mondo che agiscono di concerto, tramite accordi segreti concordati in frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali, esse stesse corporazioni private.
Purtroppo, la maggior parte degli americani non ha mai nemmeno sentito parlare della Banca dei Regolamenti Internazionali, che è al centro del sistema finanziario globale. Di seguito una citazione da Wikipedia ...
Come organizzazione di banche centrali, la BRI si propone di rendere la politica monetaria più prevedibile e trasparente tra le sue 58 banche centrali membri. Quando la politica monetaria è determinata da ciascuna nazione sovrana, non è soggetta al controllo di banche centrali e private e potenzialmente alla speculazione che colpisce i tassi di cambio e soprattutto il destino delle economie di esportazione. La mancanza del mantenimento della politica monetaria in linea con la realtà e delle riforme monetarie nel tempo, prefissata come politica simultanea di tutte le 58 banche associate, con la partecipazione del Fondo monetario internazionale, storicamente, ha portato a perdite dell'ordine di miliardi poichè le banche cercano di mantenere una politica usando metodi di mercato aperto che hanno dimostrato di essere basati su ipotesi irrealistiche.
Gli ultra-ricchi hanno anche svolto un ruolo importante nella creazione di altre principali istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e il WTO. Infatti, il terreno per la sede delle Nazioni Unite a New York City è stato acquistato e donato da John D. Rockefeller.
I banchieri internazionali sono "internazionalisti" e sono molto orgogliosi di esserlo.
L'élite domina anche il sistema di istruzione negli Stati Uniti. Nel corso degli anni, la Fondazione Rockefeller e altre organizzazioni elitarie hanno riversato enormi quantità di denaro nelle scuole della Ivy League. Oggi, le scuole Ivy League sono considerate lo standard rispetto al quale si misurano tutte le altre università in America, e gli ultimi quattro presidenti degli Stati Uniti sono stati educati in scuole della Ivy League.
L'élite esercita un'enorme influenza anche attraverso varie società segrete (Skull and Bones, massoneria, ecc),  alcuni think tank molto potenti e centri sociali (il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il Gruppo Bilderberg, il Bohemian Grove, Chatham House, ecc), e attraverso una vasta rete di associazioni di beneficenza e organizzazioni non governative (la fondazione Rockefeller, la Fondazione Ford, il World Wildlife Fund, ecc.)
Ma per un attimo, voglio concentrarmi sul potere che l'élite ha sui media. In un precedente articolo, ho descritto il modo in cui solo sei giganti monolitici aziendali controllano la maggior parte di quello che guardiamo, sentiamo e leggiamo ogni giorno. Queste società gigantesche possiedono reti televisive, canali via cavo, studi cinematografici, giornali, riviste, case editrici, etichette musicali e anche molti dei nostri siti web preferiti.
Considerando il fatto che l'Americano medio guarda 153 ore di televisione al mese, l'influenza di queste sei società per azioni giganti non deve essere sottovalutata. Quelle che seguono sono solo alcune delle società mediatiche possedute da queste gigantesche multinazionali ...
Time Warner
Home Box Office (HBO)
Time Inc.
Turner Broadcasting System, Inc.
Warner Bros. Entertainment Inc.
CW Network (partial ownership)
TMZ
New Line Cinema
Time Warner Cable
Cinemax
Cartoon Network
TBS
TNT
America Online
MapQuest
Moviefone
Castle Rock
Sports Illustrated
Fortune
Marie Claire
People Magazine
Walt Disney
ABC Television Network
Disney Publishing
ESPN Inc.
Disney Channel
SOAPnet
A&E
Lifetime
Buena Vista Home Entertainment
Buena Vista Theatrical Productions
Buena Vista Records
Disney Records
Hollywood Records
Miramax Films
Touchstone Pictures
Walt Disney Pictures
Pixar Animation Studios
Buena Vista Games
Hyperion Books
Viacom
Paramount Pictures
Paramount Home Entertainment
Black Entertainment Television (BET)
Comedy Central
Country Music Television (CMT)
Logo
MTV
MTV Canada
MTV2
Nick Magazine
Nick at Nite
Nick Jr.
Nickelodeon
Noggin
Spike TV
The Movie Channel
TV Land
VH1
News Corporation
Dow Jones & Company, Inc.
Fox Television Stations
The New York Post
Fox Searchlight Pictures
Beliefnet
Fox Business Network
Fox Kids Europe
Fox News Channel
Fox Sports Net
Fox Television Network
FX
My Network TV
MySpace
News Limited News
Phoenix InfoNews Channel
Phoenix Movies Channel
Sky PerfecTV
Speed Channel
STAR TV India
STAR TV Taiwan
STAR World
Times Higher Education Supplement Magazine
Times Literary Supplement Magazine
Times of London
20th Century Fox Home Entertainment
20th Century Fox International
20th Century Fox Studios
20th Century Fox Television
BSkyB
DIRECTV
The Wall Street Journal
Fox Broadcasting Company
Fox Interactive Media
FOXTEL
HarperCollins Publishers
The National Geographic Channel
National Rugby League
News Interactive
News Outdoor
Radio Veronica
ReganBooks
Sky Italia
Sky Radio Denmark
Sky Radio Germany
Sky Radio Netherlands
STAR
Zondervan
CBS Corporation
CBS News
CBS Sports
CBS Television Network
CNET
Showtime
TV.com
CBS Radio Inc. (130 stations)
CBS Consumer Products
CBS Outdoor
CW Network (50% ownership)
Infinity Broadcasting
Simon & Schuster (Pocket Books, Scribner)
Westwood One Radio Network
NBC Universal
Bravo
CNBC
NBC News
MSNBC
NBC Sports
NBC Television Network
Oxygen
SciFi Magazine
Syfy (Sci Fi Channel)
Telemundo
USA Network
Weather Channel
Focus Features
NBC Universal Television Distribution
NBC Universal Television Studio
Paxson Communications (partial ownership)
Trio
Universal Parks & Resorts
Universal Pictures
Universal Studio Home Video
E, naturalmente, l'élite possiede anche la maggior parte dei nostri politici. Quella che segue è una citazione del giornalista Lewis Lapham ...
"La formazione della volontà del Congresso e la scelta del presidente americano sono diventate un privilegio riservato alle classi equestri del paese, alias il 20% della popolazione che detiene il 93% della ricchezza, i pochi felici che gestiscono le imprese e la banche, possiedono e gestiscono le notizie e i mezzi di intrattenimento, scrivono le leggi e governano le università, controllano le fondazioni filantropiche, gli istituti di politica, i casinò e le arene sportive."
Vi siete mai chiesti perché le cose sembrano non cambiare mai a Washington DC, non importa chi votiamo?
Beh, è ​​perché entrambe le parti sono di proprietà dell'establishment.
Sarebbe bello pensare che gli americani hanno il controllo su chi gestisce le cose negli Stati Uniti, ma non è così che funziona nel mondo reale.
Nel mondo reale, il politico che raccoglie più soldi più di 80 volte su cento vince nelle competizioni a livello nazionale.
I nostri politici non sono stupidi - saranno molto buoni con le persone che possono dare loro le enormi quantità di denaro di cui hanno bisogno per le loro campagne. E le persone che possono farlo sono gli ultra-ricchi e le società per azioni giganti che gli ultra-ricchi controllano.
Iniziate a farvi un quadro generale?
C'è un motivo per cui gli ultra-ricchi  vengono chiamati "l'establishment". Essi hanno creato un sistema che li avvantaggia molto e che permette loro di tirare le fila.
Allora, chi gestisce il mondo?
Lo fanno loro.  A dire il vero lo ammettono anche.
David Rockefeller ha scritto quanto segue nel suo libro del 2003 dal titolo "Memorie" ...
"Per più di un secolo, gli estremisti ideologici ai due estremi dello spettro politico hanno sfruttato eventi ben pubblicizzati come il mio incontro con Castro per attaccare la famiglia Rockefeller per l'influenza eccessiva che secondo loro  esercitiamo sulle istituzioni politiche ed economiche americane. Alcuni ritenendo che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definiscono me e la mia famiglia  come 'internazionalisti' e ci accusano di cospirare con altri nel mondo per costruire una struttura globale politica ed economica più integrata - un solo mondo, se si vuole. Se questa è l'accusa, mi dichiaro colpevole, e sono fiero di esserlo."
C'è molto altro che si potrebbe dire su tutto questo. In realtà, un'intera biblioteca di libri potrebbe essere scritta sul potere e sull'influenza dei banchieri internazionali ultra-ricchi che governano il mondo.
Ma speriamo che questo sia sufficiente almeno per iniziare una discussione.
Allora, cosa ne pensate di tutto questo? Non esitate a lasciare un commento qui sotto con  le vostre opinioni ...
Fonte: The Economic Collapse 29 Gennaio 2013
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

http://ilupidieinstein.blogspot.it/2013/02/chi-governa-il-mondo-la-prova.html


venerdì 22 febbraio 2013

Frasi degli indiani d'America



DISCORSO DEL CAPO DELLE TESTE PIATTE, CHARLOT (1876)

            “Prendere e mentire”: questo dovrebbe essere marchiato sulla fronte dell’uomo bianco, così com’egli fa sulle cosce dei cavalli che ruba a noi.
            Se il Grande Spirito lo avesse contrassegnato con un’etichetta per avvisarci del pericolo, avremmo respinto l’uomo bianco. Ma nella sua debolezza e povertà noi gli demmo da mangiare e gli offrimmo il nostro affetto. Gli donammo la nostra amicizia e gli mostrammo i guadi e i passi attraverso le nostre terre.
            Ed egli ci invitò ad apporre i nostri nomi sui suoi documenti, facendoci promesse che unì a giuramenti nel nome del sole e del presidente degli Stati Uniti.
            Questo presidente ci promise cose che non ci diede mai e che sapevamo non ci avrebbe mai concesso. E dopo le promesse egli ci minacciò coi suoi soldati, le sue prigioni, le sue catene di ferro.
            Ora siamo poveri, orfani di padre... L’uomo bianco ha inflitto il suo dominio su di noi...
            Come sapete l’uomo bianco è freddo, senza pietà, superbo e arrogante. Tu lo guardi, lui ti guarda, e che cosa vedi? I suoi occhi da pesce scorrono su di te. L’astuzia e l’invidia gli stanno attaccate come le proprie mani e i propri piedi.
            Le leggi dell’uomo bianco ci hanno forse mai dato un filo d’erba, un albero, un’anatra, una pernice, una trota? Egli ti deruba come il ghiottone che rubacchia la tua merce. L’uomo bianco viene sempre, sempre di più: egli confisca sempre di più.
            E sporca ciò che non prende. La natura era sacra. Perfino quando un indiano viaggiava, o presso un accampamento, era suo desiderio lasciarsi dietro la minor traccia possibile del suo passaggio. Cercava di non lasciare impronte, di non spezzare rami, di non disturbare nessuna foglia, di cancellare i brutti segni dei fuochi e dei bivacchi.
            Voleva muoversi attraverso il territorio così delicatamente come la brezza. Come era nato, perfino quando veniva sepolto, un indiano cercava di rendere la sua tomba meno ingombrante possibile.
            Alcuni indiani provavano talmente antipatia verso il deturpamento della natura che l’uomo bianco non riuscì a persuaderli, anche quando essi praticavano già l’agricoltura da tempo, ad usare l’aratro, poiché questo avrebbe squarciato la viva carne di loro madre, la terra.

BRANI TRATTI DA IL MIO SPIRITO SI INNALZA, di CAPO DAN GEORGE.

            I nostri figli devono andare a scuola per essere civilizzati. Lì vengono a conoscenza delle chiese. Sembra che esse siano state costruite con l’intenzione di addossarsi colpe l’uno con l’altro. Quando la gente trova da ridire sulle chiese anche Dio viene coinvolto nelle loro contese.
            La chiesa di mio nonno non era costruita da uomini: quindi lui non avrebbe mai potuto insegnarmi a litigare con Dio. La nostra chiesa era la natura.

            Abbiamo perso così tanto. Sebbene le circostanze fossero contro di noi, la colpa è anche nostra. Non abbiamo saputo affrontare lo shock che l’uomo bianco ci inflisse.

            Sono nato in una cultura che viveva in case aperte a tutti. Tutti i figli di mio nonno e le loro famiglie vivevano in un’abitazione di 26 metri e mezzo di lunghezza, vicino alla spiaggia, lungo una insenatura.
            Le loro camere da letto erano separate da una tenda composta di canne, ma un unico fuoco comune nel mezzo serviva ai bisogni culinari di tutti.
            In case come queste la gente imparava a vivere e a rispettare i diritti di ognuno.
            I bambini dividevano i pensieri del mondo degli adulti e si trovavano circondati da zie e zii e cugini che li amavano e non li minacciavano.
            Oltre a questa reciproca accettazione, c’era un profondo rispetto per ogni cosa presente in natura che li circondasse. Per mio padre la terra era la sua seconda madre. Era un dono del Grande Spirito e l’unico modo di ringraziarlo era quello di rispettare i suoi doni.
            L’uomo bianco invece ama solo le cose che possiede: non ha mai imparato ad amare le cose che sono al di fuori e al di sopra di lui.
            In realtà o l’uomo ama tutto il creato o non amerà niente di esso.
            La mia cultura dava valore all’amicizia e alla compagnia, e non guardava alla privacy come a una cosa cui tenersi aggrappati, poiché la privacy costruisce muri su muri e promuove la sfiducia.
            La mia cultura viveva in grandi comunità familiari, e fin dall’infanzia le persone imparavano a vivere con gli altri.
            La mia gente non dava valore all’accaparramento di beni privati: tale azione era disonorevole per la nostra gente.
            L’indiano guardava a tutte le cose presenti in natura come se appartenessero a lui e supponeva di dividerle con gli altri e di prendere solo quelle di cui aveva bisogno. Ognuno ama dare nello stesso modo in cui riceve. Nessuno desidera continuamente ricevere.
            Tra poco sarà troppo tardi per conoscere la mia cultura, poiché l’integrazione ci sovrasta e presto non avremo valori se non i vostri. Già molti fra i nostri giovani hanno dimenticato le antiche usanze, anche perché sono stati presi in giro con disprezzo e ironia e indotti a vergognarsi dei loro modi indiani.


LETTERA DEL PRESIDENTE USA A. JACKSON (1767-1845) INDIRIZZATA ALLA TRIBÙ’ INDIANA
DEI SEMINOLE, CHE NON VOLEVA ABBANDONARE LE TERRE CHE LE ERANO STATE GARANTITE
DAI TRATTATI (febbraio 1835).


            Miei figli... gli uomini bianchi sono venuti a vivere tutt’intorno a voi. La selvaggina è scomparsa dalla vostra terra e la vostra gente è povera e affamata...
            Miei figli non ho mai ingannato e non ingannerò mai gli uomini rossi, ma vi dico che dovete andarvene e che ve ne andrete.
            Anche se aveste il diritto di restare, come potreste vivere dove siete ora? Ma non avete tale diritto e dovete partire, pacificamente e volontariamente, perché nel caso in cui alcuni dei vostri giovani tentassero di opporsi alle nostre disposizioni, ho ordinato che venga inviata una larga forza militare.
            Prego il Grande Spirito che vi suggerisca di fare ciò che è giusto.


LETTERA DI CAPO INDIANO SEATHL, DELLA TRIBÙ’ DI DUWAMISH, AL PRESIDENTE USA F. PIERCE (1855).


            Il grande capo di Washington ci ha mandato a dire che desidera comprare la nostra terra: ci ha assicurato anche la sua amicizia e la sua benevolenza. Ciò è gentile da parte sua, poiché sappiamo che la nostra amicizia non gli è necessaria. Tuttavia, se non accetteremo, l’uomo bianco verrà con le armi e ci strapperà la nostra terra.
            Come puoi comprare o vendere il cielo, il calore della terra? Questa possibilità ci è estranea. Noi non siamo i padroni della purezza dell’aria o dello splendore dell’acqua. Noi possiamo decidere solo del nostro tempo. Tutta questa terra è sacra per la mia gente.
            L’uomo bianco non comprende il nostro modo di vivere. Per lui una zolla di terra è uguale all’altra. Lui è uno straniero che viene di notte e spoglia la terra di tutte le sue ricchezze. La terra non è sua sorella, bensì sua nemica, e dopo averla svuotata, lui se ne va via.
            Si lascia dietro di sé la tomba di suo padre, senza rimorso di coscienza. Rapina la terra dei suoi figli. Dimentica le sepolture dei suoi antenati e il diritto dei figli.
            Il suo guadagno impoverirà la terra e dietro di sé lascerà il deserto. La vista delle sue città è un tormento agli occhi dell’uomo rosso. Ma forse questo è così perché l’uomo rosso è un selvaggio che non capisce nulla.
            Non si può incontrare pace nelle città dell’uomo bianco. Il rumore delle città è un affronto alle orecchie. Che specie di vita è quella in cui l’uomo non può ascoltare la voce del corvo notturno o il chiacchierio delle rane nella palude, durante la notte?
            L’aria è preziosa per l’uomo rosso. Non sembra che l’uomo bianco si interessi dell’aria che respira. Come un moribondo, egli è insensibile al cattivo odore.
            L’uomo bianco deve trattare gli animali come se fossero suoi fratelli. Ho visto migliaia di bisonti marcire nelle praterie abbandonate dall’uomo bianco, abbattuti da fucilate sparate dal treno in corsa. I bisonti noi li uccidiamo solo per sfamarci.
            Se tutti gli animali venissero sterminati, gli uomini morirebbero di solitudine spirituale, perché tutto ciò che succede agli animali può capitare anche agli uomini. Tutte le cose sono poste in relazione tra loro. Tutto ciò che offende la terra, offende anche i figli della terra.
            I nostri figli videro i nostri padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri soccombono sotto il peso della vergogna. E, dopo la sconfitta, passano il tempo oziando e avvelenando il loro corpo con cibi dolci e bevande alcoliche.
            Il nostro Dio è il medesimo Dio dell’uomo bianco. Pensi, per caso, che lo puoi possedere come desideri possedere la nostra terra? Egli è il Dio dell’umanità intera. E ama ugualmente l’uomo rosso come l’uomo bianco. La terra è amata da Lui.
            Anche l’uomo bianco va scomparendo dalla faccia della terra, e forse in maniera più rapida delle altre razze. Contamina persino il luogo in cui dorme!
            Se accetteremo la tua offerta, è per garantirci le riserve che ci hai promesso. Là forse potremo vivere gli ultimi giorni come desideriamo.

Aggiunte da SOCIALE:
http://blog.libero.it/raccoltaricordi/view.php?ssonc=573803450



Il film che s'ha da fare Codevigo


di: r.

La Regione Veneto ha finanziato il film sull’eccidio di Codevigo, tra l’altro una sceneggiatura molto bella, e con un trucchetto i soliti resistenti in s.p.e. hanno fatto sparire i soldi dopo che il regista - prof. Antonello Bellucco docente del DAMS di Padova – si era già indebitato nella certezza del finanziamento.
Il film del regista Antonio Belluco – “Il Segreto” – trattava di una strage dimenticata. Evidentemente le 136 vittime di Codevigo fanno ancora paura. Possibile che i soldati della Guardia Nazionale Repubblicana, delle Brigate Nere, che i civili uccisi e talora torturati nella primavera del 1945 nei pressi del comune padovano, a guerra finita, da partigiani non possano essere ricordati neanche nell’Italia di oggi? Sembra di sì, almeno a giudicare dalle difficoltà che il regista ha incontrando nel girare una pellicola dedicata alla strage rimossa e ricordata recentemente solo da Gianpaolo Pansa. Nonostante il placet della Regione il boicottaggio si è fatto forte di una sfilza infinita di “no” e di tante porte chiuse. Perché, spiega il regista, «certi temi sono ancora tabù e io, che sono figlio di profughi istriani e ho conosciuto Toni Negri, lo so bene. Ma il mio non un film politico, si tratta solo di una storia d’amore che ha sullo sfondo quei drammatici fatti che nessuno vuole più ricordare. Sarà per questo che ci stanno rendendo la vita impossibile…».
Sta di fatto che il 10 gennaio 2011 la giunta comunale di Codevigo aveva concesso il proprio patrocinio e l’uso del logo municipale «al progetto di realizzazione di un lungometraggio attinente la storia del territorio di Codevigo». Una decisione presa in tre giorni. Infatti il richiedente, il regista Antonello Belluco, aveva protocollato la sua domanda il 7 gennaio. Neanche il tempo che si asciugasse il timbro e il comune ha detto sì: sì alla concessione del patrocinio e all’uso del logo, sì all’eventuale sostegno logistico durante le riprese, con la presenza e l’aiuto della polizia municipale e della Protezione Civile. E questo «per l’interesse culturale e storico del progetto». Questa rapida decisione avviene nei giorni in cui le bozze di un libro dello storico Lino Scalco sulla storia di Codevigo (1866-1966) sono in mano alla Commissione Cultura e sta maturando la decisione di amputare i capitoli quattro e sei. Ci si chiede incuriositi come mai il sindaco e la giunta non abbiano chiesto, nella loro preoccupazione di tutelare «l’ordine pubblico», di leggere almeno la sceneggiatura del futuro film. Ma forse la miglior garanzia, dal loro punto di vista, è che il regista sia Antonello Belluco con un discreto curriculum nel mondo della comunicazione, degli spot, dei cortometraggi e del cinema.
Lì dentro un intero capitolo è dedicato alla strage che dal 29 aprile al 15 maggio 1945 portò all’uccisione di 136 persone. Autori i partigiani della brigata garibaldina comandata da Bulow, cioè Arrigo Boldrini, e forse anche da militari della divisione Cremona, reparto ricostituito del Regio Esercito aggregato all’VIII armata britannica. E dentro a quel capitolo, Scalco aveva allegato 55 testimonianze raccolte tra superstiti e testimoni. Interviste che evidentemente, ex post hanno dato fastidio.
 
NOTA
Ci si chiede incuriositi come mai il sindaco e la giunta di Codevigo non abbiano chiesto, nella loro preoccupazione di tutelare «l’ordine pubblico», di leggere almeno la sceneggiatura del futuro film. 
Eppure la miglior garanzia, dal loro punto di vista, è che il regista sia Antonello Belluco possegga un discreto curriculum nel mondo della comunicazione, degli spot, dei cortometraggi e del cinema. 
Ci si chiede incuriositi come mai il sindaco e la giunta di Codevigo non abbiano chiesto, nella loro preoccupazione di tutelare «l’ordine pubblico», di leggere almeno la sceneggiatura del futuro film. 
Eppure la miglior garanzia, dal loro punto di vista, è che il regista sia Antonello Belluco possegga un discreto curriculum nel mondo della comunicazione, degli spot, dei cortometraggi e del cinema. 


http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19216


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13/11/2012 16:17

RAVENNA - Il regista Antonio Belluco è un padovano di 56 anni che ha lavorato in Rai dal 1983 come programmista e regista per Radio 2 e Rai 3, prima a Venezia e poi a Roma. E oggi ha un progetto cinematografico che, qualcuno - a suo dire - tenta di osteggiare: “Ho pronto un film - ‘Il Segreto’ - sull’eccidio di Codevigo, la più sanguinosa strage mai commessa nel dopoguerra dai partigiani. Un lavoro rigoroso, assemblato dopo un’accuratissima ricerca storiografica, ma dopo i primi ciak, all’improvviso tutti - dagli sponsor al produttore - si sono tirati indietro. Un dietrofront inatteso e sospetto, che mi fa pensare ad un ‘complotto’, come se qualcuno cercasse di sabotare un’opera che, forse, racconta verità storiche troppo scomode”. Le verità abrasive di una delle pagine più nere della storia italiana, una pagina ancora avvolta da tanti misteri.
Nessuno, ad esempio, ancora oggi è in grado di dire, con esattezza, quante persone morirono realmente in quella mattanza: c’è chi parla di 136 vittime, chi di 168 e chi di 365, come i giorni di quell’atroce 1945. Un documento dell’arcidiocesi di Ravenna-Cervia ipotizza addirittura 900 morti.
Don Umberto Zavattiero, a quel tempo prevosto di Codevigo, annota nel chronicon parrocchiale: “30 aprile. Previo giudizio sommario fu uccisa la maestra Corinna Doardo. Nella prima quindicina di maggio vi fu nelle ore notturne una strage di fascisti importati da fuori, particolarmente da Ravenna. Vi furono circa 130 morti”.
Ebbene, de “Il Segreto”, Belluco gira un quarto d’ora dei 105 minuti previsti dal copione, poi il progetto s’incaglia in una sequela di sventure che - a suo dire - sarebbero figlie di un unico disegno: il produttore rinuncia, i contributi ministeriali e regionali vanno in fumo, le banche ritirano i finanziamenti, i collezionisti che avevano messo a disposizione materiale bellico e costumi d’epoca si defilano, la cantante Antonella Ruggiero, dopo aver dato in un primo momento la sua disponibilità, si rifiuta d’interpretare il tema musicale, gli avvocati inviano diffide.
Le ragioni? “Ci sono state forti pressioni dall’Anpi e dai partiti di sinistra - è la sua idea - molto semplicemente, non vogliono che esca questo film”. Eppure Belluco - a suo dire - non voleva ricavarne “un’opera ideologica” o un “film processuale”, anche se così ripercorre, sulle colonne de Il Giornale, alcuni episodi salienti di quegli anni: “La 28ª Brigata Garibaldi ‘Mario Gordini’ arrivò a Codevigo il 29 aprile 1945 agli ordini di Arrigo Boldrini, detto Bulow, inquadrata nell’VIII Armata angloamericana del generale Richard McCreery. Vestiva divise inglesi, col basco fregiato di coccarda tricolore. All’epoca Bulow aveva 30 anni. L’ex parlamentare Serena nel libro ‘I giorni di Caino’ scrive che Boldrini era un comunista con alle spalle un passato di capomanipolo nell’81º Battaglione ‘Camicie nere’ di Ravenna, sua città natale. Finita la guerra, sarà deputato del Pci per sei legislature, vicepresidente della Camera e presidente dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Decorato dagli inglesi con medaglia d’oro al valor militare. Ma nel mio film di Bulow non parlo. Il comandante brigatista ha un nome di battaglia diverso: ‘Ramon’. Boldrini-Bulow s’è sempre difeso sostenendo che in quei giorni si muoveva fra Padova, Bologna, Milano, Venezia e Adria e mai ordinò le brutali uccisioni. Fatto sta - sostiene Belucco - che i partigiani venuti da Ravenna rastrellarono un po’ in tutto il Veneto appartenenti alle disciolte formazioni della Repubblica sociale italiana e li portarono a Codevigo. Il bilancio dei processi sommari non si discosta molto da quello dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Solo che qui non ci sono un Herbert Kappler e un Erich Priebke...”.
In ogni caso, con le luci del set già accese, il film improvvisamente si blocca e Belluco grida al complotto. Colpa - è sempre la sua idea - delle tematiche politicamente scabrose: “Le stesse - svela - che hanno indotto l’avvocato Emilio Ricci, patrocinante in Cassazione con studio a Roma, a inviarmi una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui mi notifica che il suo assistito, Carlo Boldrini, figlio ed erede di Arrigo Boldrini, venuto a conoscenza della mia intenzione di ‘girare un film sulle tragiche vicende relative alle stragi accadute a Codevigo nella primavera del 1945, ha evidente interesse a conoscere i contenuti della trama e dell’opera, in considerazione della complessità degli accadimenti di quel periodo e delle diverse interpretazioni-storico politiche che si sono susseguite’. Motivo per cui pretendeva - prosegue il regista - una copia della sceneggiatura. L’invito perentorio mi è stato rinnovato dopo cinque mesi con una seconda raccomandata, identica alla prima. Ovviamente non gli ho spedito nulla. Del resto, non comprendo proprio da quale timore sia mosso il figlio di Boldrini, visto che nel mio film la figura del comandante Bulow, suo padre, non compare proprio”.
Belluco non si definisce un “fascista” e neppure “uno di destra”... “Sono solo un cattolico - dice - che crede nella dottrina sociale della Chiesa, nella difesa degli ultimi”.