sabato 6 ottobre 2012

MEDIOEVO ECONOMICO


Alessandro Mezzano


Caratteristica peculiare del medioevo storico era il dominio del “Signore” feudale che, con la forza delle armi, teneva in assoluta soggezione la plebe, i servi della gleba, gli artigiani ed i commercianti.
La potenza del “Signore” che era considerata di “mandato divino” gli dava il potere assoluto su ogni aspetto della vita dei suoi sudditi e ne condizionava l’esistenza sfruttando al massimo le loro capacità ed acquisendo così un aumento di potenza politica che gli permetteva di ampliare i confini del suo feudo.
Oggi, dopo mille anni e nonostante una serie di rivoluzioni che hanno cancellato il potere feudale, si sta nuovamente instaurando una forma di feudalismo medioevale che potremmo chiamare“medioevo economico”.
Specialmente negli ultimi decenni il progresso tecnologico che avrebbe dovuto migliorare le condizioni di vita dell’uomo, liberandolo progressivamente dalla schiavitù del lavoro, ha riversato invece i suoi vantaggi quasi esclusivamente a favore del capitalismo mondialista.
I proprietari delle grandi ricchezze stanno diventando sempre più ricchi mentre la grande massa della popolazione è costretta a lavorare sempre di più, con salari sempre più bassi ed ha raggiunto,per larga parte, la soglia della povertà.
I nuovi “signori medioevali economici”usano la forza del denaro anziché quella delle armi ed è questa una forza che colpisce e condiziona capillarmente tutti con un potere assoluto cui nessuno si può sottrarre.
Le crisi economiche, causate dalle speculazioni finanziarie e da investimenti massici nel terzo mondo dove la produzione è portata avanti in regime di semischiavitù, causano nei Paesi più progrediti una caduta dei posti di lavoro e costringono al confronto con una concorrenza talmente forte da pretendere più lavoro in cambio di minori salari e meno diritti.
Non a caso la forbice tra i ricchi ed i poveri si è sempre più allargata e ne fa fede la statistica che vede in Italia il 10% della popolazione possedere il 67% della ricchezza nazionale.
Tramite questa forza i signori del medioevo economico diventano sempre più ricchi e quindi, nella logica di quest’epoca, sempre più potenti.
Evidentemente l’istinto dell’uomo resta sempre lo stesso ed è quello della sopraffazione, dello sfruttamento e della ricerca del potere sugli altri.
Ieri si esercitava con la forza fisica e quella delle armi, oggi con quella del denaro e con il controllo della ricchezza, ma nulla è cambiato sotto l’aspetto sociale.
La storia però ci insegna che, come una molla che oltre una certa compressione scatta liberando l’energia accumulata, una situazione di questo genere di lunga e forte compressione sociale crea le premesse per liberare una esplosione e produrre una rivoluzione i cui prevedibili eccessi spazzeranno via la classe dominante ed in questi caso l’aristocrazia del denaro!
Gli insegnamenti della storia non lasciano però traccia nello spirito degli uomini che ripetono sempre gli stessi errori.
In caso contrario si sarebbe provveduto a dividere più equamente le ricchezze prodotte dal lavoro dell’uomo e dal progresso tecnologico onde evitare di giungere alla fine alla solita, prevedibile sanguinosa rivolta sociale.

Alessandro Mezzano

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