sabato 20 ottobre 2012

L'11 Settembre 2011


L'11 Settembre 2011 ricorre il decimo anniversario degli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono che causarono circa tremila morti, determinando una svolta tragica nella politica e nella storia mondiale: due guerre ancora in corso (in cui la colonia Italia ha già pagato un pesante tributo di sangue), centinaia di migliaia di morti, soprattutto tra i civili, leggi per la restrizione delle libertà, la teorizzazione di una mostruosità come la "guerra preventiva". E potremmo continuare. Dopo gli spettacolari attacchi terroristici di New York e Washington la "versione ufficiale" fornita dalla Casa Bianca, dalla CIA e dal Pentagono, secondo cui 19 terroristi arabi appartenenti alla rete Al Qaeda di Osama Bin Laden riescono a sequestrare gli equipaggi e impadronirsi dei comandi di quattro aerei di linea, dirigendoli come micidiali bombe contro le Torri Gemelle e il Pentagono, mentre il quarto aereo precipita dopo una rivolta dei passeggeri; questa versione è apparsa subito inverosimile o almeno piena di punti oscuri, a tutte quelle persone ancora capaci di usare il cervello e il senso critico nei confronti delle false verità che i media asserviti al potere ci propinano. Grazie a questi uomini liberi e coraggiosi, innanzitutto i testimoni e i famigliari delle vittime che hanno rifiutato qualsiasi indennizzo e hanno denunciato l'Amministrazione Bush per complotto e strage, e poi giornalisti, studiosi, scienziati, registi, funzionari, politici, si è sviluppata in questi anni una "contro inchiesta" sui crimini dell'11 settembre, parallelamente su internet e sulla carta stampata; ed oggi disponiamo di una documentazione enorme, fatta di studi scientifici e analisi tecniche, di testimonianze, foto e filmati che dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio,che la verità sull'11 settembre è diversa da quella che ci hanno raccontato. Anche il lavoro della cosiddetta "commissione indipendente", invece di chiarire i numerosi dubbi e interrogativi, ha solo dato ulteriore slancio al movimento per la verità sull'11 settembre. Sulle numerose omissioni,distorsioni e "conflitti d'interesse" della Commissione rimandiamo allo studio del Prof. David Ray Griffin, il quale ha elencato «centoquindici menzogne sugli attentati dell'11settembre», disponibile su internet e pubblicato dal quotidiano "Rinascita" del 10 ottobre 2006. Nello spazio di un articolo non possiamo toccare tutte le questioni aperte da questa tragica vicenda, ma procederemo ad un riassunto dei punti fondamentali. I dati citati sono ampiamente documentati e approfonditi nella bibliografia fornita in calce al presente scritto.

1. Le speculazioni finanziarie
Alla vigilia dell'11 settembre "qualcuno", evidentemente bene informato di quello che stava per succedere, scommise sul crollo delle azioni delle compagnie aeree coinvolte negli attentati: American Airlines e United Airlines. Ma non solo: la speculazione colpì anche due banche d'affari che avevano i propri uffici nel World Trade Center, la Morgan Stanley e la Merril Lynch. E ancora, la stessa sorte toccò alla francese AXA (che possedeva il 25% di American Airlines) e alle compagnie assicurative Munich Reinsurance e Swiss Reinsurance che avevano assicurato molti inquilini delle due torri. Gli esperti hanno calcolato profitti per decine di milioni di dollari. Chi c'era dietro tutto questo? Non si è mai saputo. L'unica notizia trapelata è che almeno un pacchetto di queste transazioni fu piazzato tramite la A. B. Brown, il cui presidente fino al 1998 era colui che da lì a poco sarebbe diventato il numero tre della CIA: A. B. Krongard. Una fantastica "coincidenza"?

2. Il collasso della difesa aerea
Perchè la forza aerea più potente del mondo non è riuscita ad intercettare neanche uno degli aerei dirottati? In circa due ore in cui si svolge il piano terroristico avviene la paralisi totale della difesa aerea. Eppure, in caso di emergenza, scatta un collaudato sistema di assoluta rigidità che ha sempre funzionato, tranne l'11 settembre. Se un aereo civile finisce per una qualsiasi ragione fuori rotta, scatta l'allarme incrociato tra FAA (Aviazione civile) e NORAD (Aviazione militare). Se il problema perdura il NORAD fa alzare in volo due caccia dalla base più vicina che in pochi minuti raggiungono l'aereo. Il tempo stimato per questa operazione è tra i 6 e i 10 minuti. Se quel giorno questa procedura consolidata si è inceppata è perché c'è stata una precisa volontà di sabotaggio. Se andiamo a leggere lo scaricabarile delle responsabilità tra FAA, NORAD e alti comandi, assistiamo ad una serie di ordini dati in clamoroso ritardo o addirittura dati in modo sbagliato, per deviare i caccia in tutt'altra direzione. Nessuno dei responsabili ai vari livelli civile o militare è stato punito per questa serie incredibile di "negligenze" che hanno causato migliaia di morti.

3. I dirottatori
È stupefacente come quegli stessi servizi di sicurezza che negli anni e nei mesi precedenti non avevano capito nulla di quello che si stava preparando contro l'America, riescano dopo poche ore dal super attentato a fornire al mondo nomi, cognomi e foto dei presunti terroristi. Sugli "zimbelli" dell'11 settembre, come li chiama Webster Griffin Tarpley, ci sarebbe tanto da dire: dalle procedure seguite per i loro visti d'ingresso, alle scuole di volo frequentate; dal fatto che alcuni di loro avessero avuto contatti con basi militari americane, alle "passioni" del loro presunto capo, Mohammed Atta, per le braciole di maiale, gli spettacoli di lap-dance e l'uso abituale di cocaina. Non male per un fondamentalista votato al martirio! Ma la domanda cruciale rimane una: i presunti dirottatori erano in grado di pilotare gli aerei? La questione va posta, ammesso e non concesso che davvero i "terroristi" siano saliti sugli aerei, cosa di cui non è stata fornita la minima prova. Infatti:
a) non esiste nessun nome arabo nelle liste passeggeri;
b) non c'è nessuna foto o filmato che mostri uno di loro all'imbarco dei voli dirottati;
c) l'unico filmato disponibile mostra Atta e Alomari nella sala d'imbarco dell'aeroporto di Portland, ma questo complica ancor di più la faccenda. La partenza del volo AA-11 (quello su cui, secondo la versione ufficiale, saliranno Atta e Alomari) è prevista alle 7.45 da Boston. Perché i due, invece di trovarsi direttamente a Boston, preferiscono partire alle 6.00 da Portland, andando a rischiare una coincidenza così "stretta" tale che un banalissimo ritardo avrebbe potuto mandare tutto all'aria?
Ma torniamo alla domanda di prima: gli attentatori erano in grado di pilotare gli aerei? Per la versione ufficiale, Atta era ai comandi di AA-11, che si schianta sulla prima torre; Alshehhi su UA-175, che colpisce la seconda torre; Hanjour era il pilota di AA-77, diretto contro il Pentagono. Piloti brillantissimi, capaci di manovre spettacolari (lo vedremo meglio quando affronteremo il capitolo riguardante il Pentagono). Peccato, però, che questi assi del cielo non avessero mai visto né tantomeno pilotato un Boeing; anzi, a detta dei loro istruttori, erano incapaci di pilotare da soli persino un piccolo aereo da turismo. Come cavolo hanno fatto a dirigere un Boeing centrando gli obiettivi con assoluta precisione? Il tutto, peraltro, in una situazione di assoluta precarietà e stress psico-fisico e senza i normali ausili alla navigazione! Questo scenario è semplicemente impossibile. E allora? L'unica spiegazione plausibile è che gli aerei fossero telecomandati. Esiste la tecnologia per controllare e teleguidare un velivolo a distanza. Il ruolo degli "zimbelli", nella migliore delle ipotesi, è stato quello di pedine finite in un gioco molto più grande di loro.

4. I crolli del World Trade Center 1, 2 e 7
Nell'immaginario collettivo è rimasto impresso lo spettacolare crollo delle Torri Gemelle, ma quel giorno, a venire giù, fu anche l'edificio numero 7, un grattacielo di quarantasette piani non toccato da nessun aereo e interessato solo da un modesto incendio. Perché è crollato nessuno è riuscito a spiegarlo. Secondo le autorità le Torri Gemelle sono crollate a seguito degli incendi conseguenza dell'impatto degli aerei. Senza addentrarci in particolari tecnici che esulano dai limiti del presente articolo, esperti di fama mondiale hanno dimostrato che questo è materialmente impossibile e che il crollo degli edifici è stato il risultato diretto di demolizioni controllate. Non esiste un solo caso al mondo di un moderno grattacielo con struttura in acciaio crollato a causa di un incendio; anzi, esistono precedenti che dimostrano il contrario, come nel caso del rogo del Palazzo Windsor a Madrid nel 2005, un incendio durato quasi 24 ore che consumò l'intero edificio ma non lo scheletro in acciaio. Le Torri Gemelle avevano delle fortissime colonne centrali in acciaio che mai e poi mai l'incendio sviluppato avrebbe potuto fondere, tanto da provocare il crollo verticale dell'edificio. Un'altra prova a favore della demolizione tramite esplosivi è data dal fatto che le parti non metalliche dell'edificio, come le lastre di cemento, si sono letteralmente polverizzate, cosa incompatibile con un cedimento strutturale. Del resto, le immagini parlano chiaro. Guardate le sequenze al rallentatore del crollo delle Torri nel film-inchiesta a cura di Massimo Mazzucco "11 settembre, inganno globale": le frecce indicano, dall'alto verso il basso i punti in cui si verificano gli effetti delle esplosioni, con "sbuffi" si fumo e polvere proiettate con forza verso l'esterno, anche verso l'alto. Infine ci sono le dichiarazioni dei diretti testimoni, soprattutto dei pompieri, che hanno riferito di avere chiaramente avvertito gli scoppi delle cariche esplosive. La differenza tra le Torri Gemelle e l'edificio sette consiste nel fatto che le prime sono state demolite dall'alto verso il basso, mentre il WTC 7 è crollato dalle fondamenta, con una demolizione di tipo tradizionale.

5. Il mistero del Pentagono
Il capitolo più misterioso di tutta questa storia piena di enigmi, riguarda il Pentagono, cioè la sede del Ministero della Difesa USA. Questa è davvero «la madre di tutte le menzogne» perché del Boeing che l'avrebbe colpito non c'è traccia. Nessun filmato, nonostante il Pentagono sia circondato da telecamere; nessun rottame, chiaramente riconducibile ad un aereo di quelle dimensioni. Il primo a denunciare l'assurdità della versione ufficiale dimostrando che a colpire il pentagono non può essere stato un Boeing 757, un aereo lungo 47 metri e con un'apertura alare di 38 metri, è stato il giornalista francese Thierry Meyssan con il libro "l'Effroyable Imposture" pubblicato in Italia da Fandango con il titolo "L'incredibile menzogna: nessun aereo è caduto sul Pentagono". La scena che si presenta subito dopo l'impatto non ha niente a che vedere con quella di un disastro aereo. Non si trovano neanche i motori, che sono la parte più compatta e resistente; il prato non presenta nessuna strisciata o bruciatura; la facciata colpita, prima che una parte crollasse a seguito dell'incendio, ha un buco di 3-4 metri. Se l'aereo si è "disintegrato" senza lasciare traccia (evento impossibile) cosa ha potuto provocare un foro di uscita, nel terzo anello del Pentagono, simile a quello d'entrata nel punto dell'impatto? Mistero. La verità è che il Pentagono può essere stato colpito solo da un missile o da un drone (aereo senza pilota). La conferma definitiva? Un Boeing che vola raso terra ad oltre 800 km orari è una manovra ritenuta impossibile (vedi la testimonianza di due esperti piloti dell'Alitalia nello speciale TG1 del 19/02/06). Per altro, questa manovra ritenuta impossibile, sarebbe stata eseguita dal presunto dirottatore Hanjour, ritenuto lo zimbello della scuola di volo, incapace secondo gli istruttori di volare da solo su un monomotore! Siamo nel regno delle favole. Eppure ci sono ancora milioni di babbei disposti a credere a queste favole.

6. United Airlines 93: che fine ha fatto?
Secondo la versione ufficiale, il quarto aereo dirottato precipitò per la decisione eroica dei passeggeri di opporsi ai sequestratori ed evitare così conseguenze più tragiche. Ma anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un aereo "scomparso". Nel presunto luogo dell'impatto, in un campo della Pennsylvania, tutto quello che si vide fu una buca di qualche metro con intorno pezzi di ferraglia di pochi centimetri. Anche qui, come nel caso del Pentagono, non si trova nessuna parte riconoscibile dell'aereo: non un pezzo d'ala, un timone di coda, un motore, un sedile, un portello, un finestrino; non c'è niente, solo piccoli frammenti che potrebbero essere qualsiasi cosa. Dunque, UA 93 non è "precipitato", ma è stato abbattuto in volo come dimostrato dal ritrovamento di rottami e resti umani in un raggio di molti chilometri. Perché e chi diede l'ordine di abbattere l'aereo lo sapremo solo quando i veri complottisti dell'11 settembre, cioè i reali mandanti ed esecutori, verranno smascherati e puniti per i loro orrendi crimini.

Conclusione
Per usare le parole dei titoli di due famosi libri di Maurizio Blondet, l'11 settembre si è trattato di un "Colpo di Stato in USA", organizzato da "Chi comanda in America", per creare un clamoroso pretesto «la Pearl Harbour del 21° secolo», allo scopo di scatenare guerre già decise e cercare d'invertire la china discendente del potere americano nel mondo. Del resto, quella dei "pretesti", è una costante nella storia americana: dall'esplosione e affondamento dell'incrociatore U.S.S. Maine, che nel 1898 scatenò la guerra ispano-americana, fino alle famose -e inesistenti!- "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein, la storia americana è costellata di pretesti costruiti ad arte per "drogare" l'opinione pubblica e organizzare il consenso necessario per le loro guerre di rapina e di sterminio. Tutto, naturalmente, in nome della "libertà" e della "democrazia" (vedi l'inchiesta a cura di Mario Consoli "Vecchi e nuovi vizi americani: dall'affondamento del Maine all'operazione Northwoods" su "Rinascita" del 14 novembre 2004).
A dieci anni di distanza dalla strage dell'11 settembre, è giunto il momento che il castello di menzogne crolli per lasciar posto alla verità. Solo la verità ci renderà liberi.

Barrafranca, settembre 2011
Salvatore Marotta


Bibliografia essenziale/Videografia/Sitografia


"11 settembre: colpo di stato in USA", Blondet Maurizio, Effedieffe 2001
"Chi comanda in America", Blondet Maurizio, Effedieffe 2002
"L'incredibile menzogna: nessun aereo è caduto sul Pentagono", Meyssan Thierry, Fandango 2002.
"Il Pentagate. Altri documenti sull'11 settembre", Meyssan Thierry, Fandango 2003.
"Alice nel paese delle meraviglie e il disastro delle Torri Gemelle. Ecco perché la versione ufficiale dei fatti dell'11 settembre è una menzogna colossale", Iche David, Macro Edizioni 2003.
"Mistero americano. Ipotesi sull'11 settembre", Montesano Marina, Dedalo 2004.
"11 settembre. Cosa c'è di vero nelle 'teorie del complotto'", Griffin David R., Fazi 2005.
"11 settembre. Bush ha mentito", Berg Philip J., Rodriguez William,Editori Riuniti 2006.
"11 settembre. Inganno globale" (con DVD) Mazzucco Massimo, Macro Edizioni 2006.
"La fabbrica del terrore made in USA. Origini e obiettivi dell'11 settembre", Tarpley Webster G., Arianna Editrice 2007.
"Zero. Inchiesta sull'11 settembre" (con DVD) Chiesa Giulietto, Piemme 2008.

 
 

 

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