SCRITTO DA GABRIELE ADINOLFI
La storia è maestra di vita.
Dovremmo trarne le dovute lezioni e renderci conto delle minacce mortali di cui siamo oggetto.
La storia è maestra di vita.
A patto di conoscerla e di essere presenti a se stessi per riconoscerla nel suo ripetersi.
Il primo obiettivo perseguito e raggiunto dall'oligarchia dominante è stato però proprio quello di falsificare la storia e di mistificarla, affinché non fosse possibile trarne insegnamento. L'ipnosi quotidiana in cui ci ritroviamo immersi è poi un enorme ostacolo per la presenza a se stessi, sicché chiunque sia potuto sfuggire alla mistificazione della storia, magari solo per l'esperienza vissuta sulla propria pelle, quasi mai ha la lucidità e la concentrazione necessarie per sottrarsi alle insidie che lo minacciano. Sicché temo che ben pochi capiscano cosa accada.
Dulles e le multinazionali
Nell'ultimo mezzo secolo la minoranza organizzata e onnipotente degli internazionalisti ha lavorato in Italia e in quasi tutto l'occidente in modo preciso e formidabile.
Il dirigente dell'OSS, quell'Allen Dulles che si era sperticato nelle operazioni che da Istanbul a Wall Street avevano procurato l'avvento e il finanziamento della rivoluzione bolscevica in Russia e quindi si era messo ad arruolare antifascisti per combattere le potenze dell'Asse, fu chiamato ai vertici della politica americana, cioè mondiale, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta.
Alcune sue frasi sono chiarificatrici, sia degli intenti che lo animavano, sia delle operazioni transnazionali che hanno avuto luogo a partire dal 1961 ” … useremo tutto quello che abbiamo , - tutto l’oro, tutta la potenza materiale nell’ingannare e rendere la gente stupida… Il cervello umano, la coscienza possono essere modificati. Seminandovi il caos, noi scambieremo i loro valori con quelli falsi senza che se ne accorgano e li costringeremo a credere in quella falsità. Come? Troveremo dei complici in quel paese che condividono le stesse idee – i nostri alleati. Episodio dopo episodio, si svolgerà la grandiosa tragedia della morte di un popolo disubbidiente, dell’esaurimento totale ed irreversibile della sua consapevolezza… La letteratura, il teatro, il cinema – tutto rappresenterà e magnificherà le qualità umane più basse. Daremo un supporto infinito ai cosiddetti artisti, che in ogni modo introdurranno nella coscienza umana il culto del sesso, della violenza, del tradimento – diciamo tutta l’immoralità. Nell’amministrazione dello stato creeremo caos e confusione. Noi contribuiremo in modo continuo ed invisibile al dispotismo dei funzionari e delle persone corrotte, alla distruzione dei principi. L’onesta verrà derisa e diventerà inutile, rimarrà nel passato. L’arroganza e la mancanza di rispetto, l’imbroglio e l’inganno, l’alcoolismo e la tossicodipendenza, la paura bestiale di ognuno…il tradimento - tutto questo coltiveremo in modo invisibile ed abile, tutto questo si svilupperà con i colori più forti. Solo pochi, pochissimi saranno in grado di indovinare o addirittura capire cosa succede veramente. Ma queste persone saranno messe in una posizione in cui nessuno le aiuterà in quanto diventeranno degli zimbelli. In questo modo rovineremo generazione dopo generazione. Cominceremo già dai giovani sui quali punteremo tutto, li depraveremo, li pervertiremo. Li renderemo cinici, bestemmiatori, cosmopoliti”.Un pazzo? Un visionario? Un esagerato?
L'Economic Journal, portavoce delle multinazionali americane, dunque della politica mondiale statunitense, nel 1960 pubblicava questo programma: “Quel che ci vuole è una rivoluzione delle totalità delle istituzioni e dei comportamenti sociali, culturali e religiosi e, di conseguenza, dell'atteggiamento psicologico, della filosofia e dello stile di vita. Ciò che si richiede si avvicina dunque ad una disorganizzazione sociale. Bisogna provocare l'infelicità e la scontentezza”.E' stato fatto, con puntuale meticolosità.
I complici di Dulles
In controtendenza ci sono stati uomini e forze magari fondate su di una logica reazionaria, come la Spagna franchista, o su di una dinamica attiva ma antagonista (gollismo, peronismo, nasserismo ecc).
In Italia quei complici di cui parlava Dulles facevano parte dei cerchi della Finanza laica e cosmopolita e della sinistra internazionalista, in particolare di quella legata al comunismo bancario di taglio trozkista.
Ad opporsi, oltre al buon senso di varia gente, ci fu quel mai completamente formatosi partito nazionale, composto da forze eterogenee, solitamente inquadrate nella destra socialista e in parte della sinistra democristiana con il supporto del Msi micheliniano.
Negli ultimi quarant'anni, quando, con l'ausilio degli scherani rossi armati, il partito internazionalista si è abbattuto violentemente sulla nostra nazione, il suo operato ha subito rallentamenti ogni qual volta si sia presentata un'eccezione populista (Craxi, Lega, Berlusconi).
Oggi le eccezioni populiste sono state neutralizzate anche grazie all'inquadramento della protesta nel grillismo foraggiato e controllato da quei vertici trozkisti che vogliono esattamente un'accelerazione di quell'operato genocida che tanto era caro ad Allan Dulles.
I complici di Dulles sono oggi coloro che, da posizioni istituzionali o di potere finanziario e mediatico, perseguono esattamente il piano esposto dal boss dello spionaggio americano e dalla stampa delle multinazionali.Un ruolo particolarmente attivo lo rivestono il Presidente Napolitano, la Cameriera Boldrini, la ministro dell'integrazione Kyenge e, purtroppo, almeno in parte Josefa Idem.
Questa gente procede per strappi e per intossicazioni psicologiche, per esaltazioni da agit-prop e per proposte emergenziali.
A dar loro manforte sostanziale, i soviet in magistratura e le logge a controllo dei corpi speciali.
I tre obiettivi essenziali di chi disfa la nazione
Quello che questa gente sta facendo e quello che la sua azione comporterà ci costringerà a tornarci su più volte e in modo sempre più dettagliato.
Anche perché si annunciano drammi e tragedie di vasta portata.
Le linee perseguite – che sono quelle del genocidio e del liberticidio – sono chiare per chiunque abbia un minimo di conoscenza e due secondi da dedicare per mettere insieme i dati.
E' necessario però sottolineare come queste minoranze sovversive procedono nella loro conquista progressiva di potere all'interno del potere.
Non hanno mai variato comportamento.
Esse hanno bisogno di alimentare la tensione, di creare clima da guerra civile, di creare contrapposizioni e ostilità sul nulla, di far scannare la gente per ogni ragione, ideologica o meno.
E tutte le campagne oggi in atto perseguono tre obiettivi essenziali: neutralizzare una nazione; minare una nazione; imporre ovunque una logica da guerra civile.
1) La neutralizzazione della nazione è palese in tutte le scelte economiche e politiche, culturali e fiscali. Dal novembre 2011, quando Napolitano ha avviato il golpe internazionalista che ha liquidato l'eccezione populista, il nostro debito si è impennato, il nostro credito si è prosciugato, le nostre forze sociali vive sono state paralizzate, il nostro risparmio è stato attaccato a fondo, il nostro demanio è stato messo in liquidazione, i nostri asset sono stati messi all'asta, Finmeccanica è stata ingabbiata e l'Eni avviata alla privatizzazione.
2) La fine di una nazione passa pure per la sua trasformazione culturale, linguistica, morale, di costume e genetica. Il declino biologico si è accompagnato con l'aborto e con l'individualismo e si è acuito. Il fatto che si voglia a tutti i costi parlare di matrimoni gay non è estrapolabile da questo contesto. Non si tratta, infatti, di dibattere sui diritti civili e fiscali del convivente ma di definire “matrimonio” qualsiasi genere di convivenza, per favorire il concetto di sterilità nelle unioni.
Intanto, con le mistificazioni con cui, in assoluta e conclamata mala fede, le Napoltano's girls lanciano l'offensiva per lo Ius Soli punta all'avvento di una massiccia immigrazione coatta che finirà con l' internazionalizzare definitivamente quel che resta di italiano.
3) Questo duplice attacco al cuore della nazione è portato con toni di guerra civile che vanno dalle demonizzazioni continue (oggi l'elemento-chiave è Balotelli) alle ostilità accese tra gruppi politici (di qui il revival dell'antifascismo violento che si accompagna ad altri atti di violenza che sembravano dimenticati, come le aggressioni al comizio del Pdl di Brescia) alla riesumata guerra dei sessi. L'idea stessa d'introdurre il concetto e il termine di “femminicidio” a questo serve: a contrapporre, a rendere litigiosi, a introdurre la logica di guerra civile su cui si fonda il controllo di un'oligarchia che non ha alcuna radice popolare, com'è il nostro caso.
Terrorismo
Si vuole rilanciare, come negli anni settanta, la guerra tra sessi, così come si vuol rilanciare la guerra tra poveri, così come si vuol rilanciare la guerra tra gruppi politici.
Il terrorismo a quello servì: a permettere a comunisti e finanzieri di compiere un colpo di Stato all'interno del potere e di rendere impotente una nazione. Lo stragismo a quello servì e scaturì nella capitolazione dello Stato, nell'abbandono delle nostre politiche estere ed energetiche autonome e nella privatizzazione della Banca d'Italia che ci sottrasse la sovranità monetaria.
Oggi ci troviamo in una nuova fase del medesimo processo: il terrorismo gli è funzionale. E tutti coloro che lo protessero, che lo indirizzarono, che lo foraggiarono e che ne permisero lo sviluppo stanno ai loro posti di comando. Così come lo stanno i comandanti delle formazioni armate che al comunismo globalizzato, al trozkismo, fanno capo, ideologicamente e gerarchicamente.
Le minoranze agitatrici dall'alto delle istituzioni gettano benzina sul fuoco e scatenano la polizia e la magistratura alla persecuzione sistematica. Da un lato aizzano i cani idrofobi dell'antifascismo per avvelenare il clima e dall'altro approfittano della cagnara per procedere con logica emergenziale a ridurre i margini, già esili, di libertà dei sudditi, di qualsiasi sesso, ceto o estrazione.
La storia è maestra di vita.
Dovremmo trarne le dovute lezioni e renderci conto delle minacce mortali di cui siamo oggetto.
La storia è maestra di vita.
A patto di conoscerla e di essere presenti a se stessi per riconoscerla nel suo ripetersi.
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