Autore: Mark Weber
Fonte: The Journal of Historical Review, Gennaio-Febbraio 1993 (Vol. 13, N° 1), pag. 20-23
Tratto da: Institute for Historical Review (http://www.ihr.org/jhr/v13/v13n1p20_Weber.html)
La sera del 10 Maggio 1941, il Vice-Fuehrer del Terzo Reich intraprese una missione segreta che sarebbe stata l’ultima e la più importante. Con la protezione del buio, Rudolf Hess decollò su un caccia-bombardiere Messerschmidt 110 disarmato da un campo di volo di Augsburg e puntò verso il Mare del Nord in direzione della Gran Bretagna. Il suo piano era di negoziare la pace fra la Germania e l’Inghilterra.
Quattro ore più tardi, dopo aver eluso con successo il fuoco antiaereo inglese e uno Spitfire che lo inseguiva, Hess si paracadutò, per la prima volta nella sua vita, slogandosi una caviglia atterrando in un campo scozzese. Un contadino attonito trovò il pilota ferito e lo consegnò alla locale unità di Milizia Territoriale. (1)
Winston Churchill rifiutò prontamente l’offerta di pace di Hess e lo fece rinchiudere come prigioniero di guerra, nonostante egli fosse arrivato disarmato e di sua spontanea volontà. Rudolf Hess, ambasciatore di pace, sarebbe rimasto un prigioniero fino alla sua morte, nell’Agosto del 1987, all’età di 93 anni.
Per molti la morte di quello che fu il Vice-Fuehrer e l’ultimo sopravissuto della cerchia interna di Hitler, rappresentava semplicemente un lieto fine di un’epoca terribile. Ma il suo vero lascito è qualcosa di ben diverso. Trascorse 46 anni, la metà dei suoi anni, dietro le sbarre, una vittima di una crudele giustizia del vincitore. Più di ogni altro uomo, Rudolf Hess simbolizza il carattere vendicativo e l’ipocrisia del Tribunale di Norimberga.
LA MISSIONE
Hess fu profondamente scosso dalla dichiarazione di guerra britannica contro la Germania nel Settembre 1939. Con l’approvazione di Hitler, iniziò alcuni mesi più tardi ad impegnarsi segretamente per negoziare un accordo di pace fra le due “fraterne nazioni germaniche”, tramite funzionari britannici in Portogallo e in Svizzera, entrambi neutrali. (2) Quando il tentativo fallì, Hess iniziò i preparativi del suo volo in Gran Bretagna, una iniziativa indiscutibilmente sincera, se non forse un po’ naif, di mettere fine alla guerra fra la sua amata patria ed una nazione che ammirava molto.
“ Il modo in cui sono arrivato in Inghilterra, mi rendo conto, è così insolito che nessuno potrà capire facilmente “, così disse Hess a funzionari britannici alcune settimane dopo il volo. “ Ho dovuto prendere una decisione difficile. Non penso che sarei riuscito a prendere la mia decisione finale (cioè volare in Gran Bretagna) se non avessi avuto continuamente davanti ai miei occhi la visione di una interminabile fila di bare di bambini, sia inglesi che tedeschi, e dietro le loro madri in lacrime ed un’altra fila di bare di madri con dietro i loro figli in lutto “ (3)
Sebbene c’erano poche possibilità che la missione di Hess potesse aver successo, alcuni aspetti all’indomani del suo volo restano oscuri. Il governo inglese ebbe la brillante iniziativa di sigillare dozzine di documenti riguardanti Hess e di renderli pubblici solo nel 2017. Sefton Delmer. Il responsabile dell’epoca delle trasmissioni propagandistiche inglesi verso la Germania affermò che il governo inglese poteva avere delle buoni ragioni su questa segretezza. (4)
All’epoca Churchill non rese pubblico niente al riguardo di Hess, tutto passò sotto silenzio. In Inghilterra c’era un partito importante che era per la pace e Churchill probabilmente temeva che questo partito lo avrebbe deposto dalla sua poltrona ministeriale perché non aveva aderito alle proposte di pace di Hess.
LA GIUSTIZIA DEL VINCITORE
Alla fine della guerra, Hess fu portato a Norimberga per essere processato, assieme ad altri dirigenti tedeschi, dagli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Unione Sovietica e la Francia come uno dei “principali criminali di guerra”.
Sebbene Hess era stato trattato forse più ingiustamente di qualunque altro al processo di Norimberga, il Tribunale stesso era di dubbia reputazione legale e morale. Molti uomini di spicco in America e in Europa evidenziavano che il processo violava due principi cardinali:
Primo: era un processo dei vincitori contro i vinti. I primi erano legislatori, pubblica accusa, giudici, presunte vittime e, in parte, complici (come nel caso dei sovietici nella divisione della Polonia).
Secondo: le accuse furono inventate per l’occasione, come fu chiarito dopo il fatto (“ex post facto”)
Il Giudice Capo della Corte Suprema americana Harlan Fiske Stone definì i processi una truffa e scrisse: “ Il Procuratore Capo americano Jackson è fuori a partecipare alla festa di linciaggio di alto livello a Norimberga”. “ Non mi importa quello che fa ai nazisti, ma odio vederlo a capo di un tribunale e di un’azione giudiziaria secondo la legge non scritta. Questa è una truffa un po’ troppo ipocrita secondo le mie vecchie idee “ (5).
William O. Douglas Ausiliare della Suprema Corte di Giustizia lanciò l’accusa che gli Alleati erano colpevoli di “ sostituire il potere col principio “ a Norimberga. (6) In seguito scrisse anche: “ Pensavo allora e penso ancora oggi che i processi di Norimberga fossero senza alcun principio. La legge fu creata ex post facto per conformarla agli entusiasmi e ai clamori dell’epoca “. (7)
La partecipazione sovietica al “Tribunale Militare Internazionale” conferì un alone di processo-farsa politico. Il Giudice I.T. Nikitchenko, che presiedette la solenne sessione di apertura, era stato un giudice nel famigerato processo-farsa di Mosca a Zinoviev e Kamenev nel 1936. Davanti al Tribunale riunito, Nikitchenko spiegò come si vedevano le cose da parte sovietica: (8)
“ Qui ci stiamo occupando dei maggiori criminali di guerra che sono già stati condannati e il cui verdetto è già stato annunciato sia dalle dichiarazioni di Mosca e di Yalta da parte dei capi dei governi Alleati. L’idea generale è quella di comminare rapida e giusta punizione per il crimine “.
Oltre alla dubbia reputazione legale del Tribunale, questi adottò per Hess e altri leaders tedeschi dei criteri che mai furono adottati per gli Alleati. In aspro contrasto con i suo discorsi pubblici, il procuratore-capo americano a Norimberga, Robert Jackson, ammise privatamente in una lettera al Presidente Truman che gli Alleati: (9)
“ hanno fatto o stanno facendo alcune di quelle cose per le quali stiamo processando i tedeschi. I francesi stanno violando così tanto la Convenzione di Ginevra nel trattamento dei prigionieri di guerra tedeschi che il nostro comando si sta riprendendo i prigionieri inviati loro (per i lavori forzati in Francia). Stiamo processando dei saccheggi che stanno mettendo in atto i nostri Alleati. Noi diciamo che la guerra di aggressione è un crimine ed uno dei nostri alleati rivendica la sovranità sugli Stati Baltici senza averne titolo se non quello della conquista “.
Niente rappresenta meglio la perfetta ingiustizia al processo di Norimberga del trattamento della Corte riservato a Rudolf Hess.
Egli si trovava sul banco degli imputati per via del suo altisonante titolo di Vice-Fuehrer. I suoi compiti come sostituto di Hitler erano per lo più formali: inviava il suo messaggio annuale di augurio natalizio alla nazione, dava il benvenuto alle delegazioni di tedeschi etnici dall’estero, partecipava a manifestazioni di beneficenza e presentava il Fuehrer al congresso annuale del partito a Norimberga.
E’ l’immagine di questo Hess estasiato e dai grandi occhi che il mondo ricorda meglio, soprattutto in una sua breve scena tratta dal film del Congresso del 1934 di Leni Riefenstahl “ Il Trionfo della Volontà “.
Conosciuto come “la coscienza del partito”, si è spesso avvalso del suo potere e della sua influenza per intervenire al fianco delle vittime di persecuzioni da parte di estremisti nel Partito Nazionalsocialista. Nel suo approfondito studio: Giustizia a Norimberga, in genere molto critico nei confronti degli imputati tedeschi, lo storico Robert E. Conot definì Hess un uomo “rispettabile e onesto” e “un pacifista nel cuore” (10)
Nel loro atto accusatorio di Norimberga al Vice-Fuehrer, le quattro potenze Alleate, come era prevedibile, lo ritrassero nel modo più sinistro possibile. (11) “ Hess iniziò le sue attività complottistiche immediatamente dopo la fine della Prima Guerra Mondiale andando a militare in organizzazioni militariste e nazionalistiche “, così fu l’accusa, la quale andò avanti fino all’assurda affermazione che “ Hess fu uno membri della cospirazione Nazista che professava già nel 1933 il raggiungimento del completo dominio del mondo “. La congiunta accusa Alleata concludeva con le quasi ridicole seguenti parole:
“ Per tutto il periodo fra il 1920 e il 1941, Hess rimase il più fedele e inesorabile esecutori degli obiettivi e dei disegni di Hitler. Questa totale devozione al successo della cospirazione raggiunse l’apice col suo volo in Scozia nel tentativo di mettere fine alla guerra con l’Inghilterra (!) e di ricevere l’appoggio inglese per le richieste tedesche contro la Russia che lui stesso aveva fatto preparare. La partecipazione di Hess nella cospirazione Nazista è grande tanto quanto il Partito che dirigeva. I crimini del Partito sono i suoi “.
In effetti la causa Alleata contro Hess era debole. Il Fuehrer aveva tenuto il suo vice all’oscuro della sua politica estera e delle decisioni militari. A Norimberga fu stabilito con chiarezza che Hess non era presente a nessuna delle riunioni nelle quali Hitler discusse i suoi piani militari. (12) E, ovviamente, non poteva essere ritenuto responsabile delle azioni tedesche che ebbero luogo dopo il suo volo in Gran Bretagna, incluse quelle effettuate durante la campagna contro l’Unione Sovietica.
Tuttavia, il Tribunale dichiarò Hess colpevole di “crimini contro la pace” (pianificazione e preparazione della guerra aggressiva) e di “cospirazione” con altri leaders tedeschi per commettere i presunti crimini, ma fu però dichiarato innocente da “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità”.
Oggi nessun storico accreditato crede all’accusa di Norimberga contro Hess per “crimini contro la pace”. Quasi tutte le critiche su Hess negli ultimi anni si sono focalizzate invece sulla sua firma apposta alle leggi di Norimberga del 1935 che tolsero agli ebrei tedeschi i loro diritti di cittadini e proibivano il matrimonio e i rapporti sessuali fra ebrei e non-ebrei. Si presume che queste leggi “spianarono la strada” allo sterminio degli ebrei diversi anni dopo. (13) Qualunque sia il merito di questo argomento, Hess non aveva nulla a che vedere con la stesura e la promulgazione di queste leggi e la sua firma non era altro che una proforma; e anche così, le leggi erano statuti interni che avevano avuto omologhi in varie altre nazioni, inclusi gli Stati Uniti.
A differenza dell’accusato Albert Speer, ministro degli armamenti al tempo di guerra che fece molto di più del Vice-Fuehrer per tenere in funzione la macchina da guerra tedesca ma che fu condannato a soli 20 anni, Hess si rifiutò di ingraziarsi il Tribunale. Egli non espresse alcun rimorso per il suo leale sostegno a Hitler e al regime Nazionalsocialista.
Nella sua dichiarazione finale alla corte il 31 Agosto 1946, dichiarò:
“ Ebbi il privilegio di lavorare per molti anni della mia vita agli ordini del più grande figlio che la mia nazione abbia mai dato alla luce nella sua storia millenaria. Anche se potessi, non vorrei mai cancellare questo periodo dalla mia vita. Sono felice di sapere di aver fatto il mio dovere verso il mio popolo, il mio dovere come Tedesco, come Nazionalsocialista, come servitore del mio Fuehrer. Non mi pento di niente. Non mi importa cosa mi faranno e un giorno sarò davanti al giudizio del Dio Eterno. Io risponderò a Lui e so che Lui mi assolverà “.
Quando arrivò il momento di emettere la sua condanna, i giudici non erano inclini a trattare con indulgenza un accusato così impenitente. Il giudice sovietico e il suo sostituto ritenevano che dovesse essere condannato a morte. I giudici britannici e americani e i sostituti francesi e americani votarono per la condanna all’ergastolo, mentre il giudice francese suggerì una condanna a 20 anni. Il sostituto britannico si astenne. Fu così sentenziato l’ergastolo. (14)
L’eminente storico britannico Prof. A.J.P. Taylor riassunse l’ingiustizia nel caso di Hess con la seguente affermazione del 1969: (15)
“ Hess arrivò in questo paese nel 1941 come ambasciatore di pace. Venne con l’intenzione di ristabilire la pace fra la Gran Bretagna e la Germania: Agì in buona fede. Cadde nelle nostre mani e fu trattato ingiustamente come prigioniero di guerra. Dopo la guerra, avremmo potuto rilasciarlo. Non c’è mai stata alcuna prova di crimini commessi da Hess. Come dimostrano i documenti, egli non partecipò a nessuna delle discussioni segrete nelle quali Hitler spiegava i suoi piani bellici. Era certamente un importante membro del Partito Nazista, ma non era più colpevole di un qualsiasi altro nazista o, se volete, di qualsiasi altro tedesco. Tutti i nazisti, tutti i tedeschi portavano avanti la guerra, ma non per questo dovevano essere tutti condannati. Che Rudolf Hess, l’unico a Norimberga che rischiò la sua vita per la pace, fosse ritenuto responsabile di “crimini contro la pace” fu di certo la perversione di giustizia più ironica del Tribunale “.
SPANDAU
Dal 1947 fino alla sua morte, Hess fu tenuto nella prigione di Spandau a Berlino Ovest, che era gestita dalle quattro potenze Alleate. Le norme stabilivano che “la prigionia dovesse essere in forma di segregazione cellulare” vietando persino ai responsabili della prigione di chiamare Hess con il suo nome. Veniva identificato soltanto con “prigioniero N° 7”.
Le condizioni erano così brutte che il cappellano francese Pastor Casalis protestò alla direzione della prigione nel 1950: “ Possiamo tranquillamente dire che Spandau è diventato un luogo di tortura mentale ad un punto tale da non permettere alla coscienza Cristiana di tacere “ (16)
Per 20 anni Hess ebbe almeno la compagnia limitata di alcuni altri accusati di Norimberga, ma dall’Ottobre 1966 fino alla sua morte, 21 anni più tardi, fu l’unico detenuto nella prigione-fortezza, costruita in origine per 600 prigionieri. Per dirla con le parole del direttore americano di Spandau, Ten. Col. Eugene Bird, Hess fu “l’uomo più solo al mondo”.
Il mantenere questo unico uomo a Spandau costò al governo tedesco-occidentale circa 850.000 Marchi all’anno. Inoltre, ognuna delle quattro potenze Alleate, doveva mettere a disposizione un ufficiale e 37 soldati durante i loro rispettivi turni, nonché un direttore ed una squadra di guardiani per tutto l’anno. Il personale permanente per la manutenzione era composto da 22 persone inclusi cuochi, camerieri e addetti alle pulizie.
Negli ultimi anni della sua vita, Hess era un vecchio debole e fragile, cieco da un occhio, che camminava ricurvo con un bastone. Viveva in un isolamento totale secondo una routine giornaliera severamente predisposta. Durante i rari incontri con sua moglie e suo figlio, non gli era permesso di abbracciarli e nemmeno di toccarli. (17)
Ben prima della sua morte, la prigionia di Hess era diventata uno spettacolo grottesco e assurdo.
Persino Winston Churchill espresse rammarico per come era trattato. Nel 1950 scrisse: (18)
“ Riflettendo sull’intera storia, sono lieto di non essere responsabile per il modo nel quale Hess è stato ed è trattato. Qualunque sia la colpa morale di un tedesco che è stato vicino a Hitler, a mio parere Hess aveva espiato con il suo atto totalmente leale di pazza generosità. Venne da noi di sua spontanea volontà e, sebbene privo di un autorità, aveva qualcosa che lo rivestiva nella qualità di rappresentante. Era un caso clinico e non criminale e come tale andava trattato “.
In una intervista del 1977, Sir Hartley Shawcross, che fu procuratore capo britannico a Norimberga, definì la prigionia di Hess uno “scandalo”. (19)
L’ingiustizia contro Hess non fu un qualcosa che successe una sola volta e poi finì velocemente. Fu piuttosto uno sbaglio che continuò, giorno dopo giorno, per 46 anni. Rudolf Hess era un prigioniero di pace ed una vittima dell’era della vendetta.
NOTE:
1 – Ilse Hess, Rudolf Hess: Prigioniero di Pace (Torrance, Calif.: IHR, 1982), pag. 31-38, 25-27; Wolf R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess (Londra: W.H. Allen, 1986), pag. 17-24; Eugene K. Bird, Prigioniero N° 7: Rudolf Hess (New York: Viking Press, 1974), pag. 184, 200, 209-210.
2 - W.R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 50, 66-67; Ilse Hess, Rudolf Hess: Prigioniero di Pace, pag. 15, 24
3 – Dichiarazione di Hess a Sir John Simon, 10 Giugno 1941. Citato in: Ilse Hess, Rudolf Hess: Prigioniero di Pace, pag. 14
4 – Citato in: W.R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 391-392
5 – Alpheus T. Mason, Harlan Fiske Stone: Il Pilastro della Legge (New York: Viking, 1956), pag. 716
6 – William O. Douglas, An Almanac of Liberty (1954), pag. 96. Citato in: William J. Bosch, Giudizio su Norimberga (Chapel Hill, NC: Università del Nord Carolina, 1970) pag. 132-133
7 – Citato in: H.K. Thompson, Jr. e Henry Strutz ediz., Doenitz a Norimberga: una Rivalutazione, (Torrance, Calif.: 1983), pag. 196
8 – Rapporto di Robert Jackson, Rappresentante degli Stati Uniti alla Conferenza Internazionale sui Processi Militari, Londra, 1945 (Washington, DC: Dipartimento di Stato Americano, 1949), pag. 104-106, 303; Whitney R. Harris, Tirannia alla Sbarra: la Prova a Norimberga (Dallas: S.M.U. Press, 1954), pag. 16-17
9 – Lettera di Jackson a Truman, 12 Ottobre 1945. Citato in: Robert E. Conot, Giustizia a Norimberga (New York: Harper & Row, 1983), pag. 68
10 – R. Conot, Giustizia a Norimberga (New York: Harper & Row, 1983) pag. 44
11 – Ufficio dell’Avvocatura Americana per la Denunzia dei Crimini dell’Asse, della Cospirazione e dell’Aggressione Nazista (11 volumi), Washington, DC: Governo Americano, 1946-1948 (La “Serie Rossa”), Volume 2, pag. 466, 469, 477-478
12 – R. Conot, Giustizia a Norimberga, pag. 347-348, 501; W.R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 229
13 – Vedi, ad esempio: “Rudolf Hess”, Washington Post (editoriale), 19 Agosto 1987; lettera di Marvin Hier e Abraham Cooper, The New York Times, 1° Maggio 1984
14 – R. Conot, Giustizia a Norimberga, pag. 487; W.R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 235-236
15 – Sunday Express, Londra, 27 Aprile 1969. Citato in: W.R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 392-393
16 – W.R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 265-266
17 – Eugene K. Bird, Prigioniero N° 7: Rudolf Hess, pag. 152 e in vari luoghi del testo.
18 – Winston S. Churchill, La Grande Alleanza (Boston: Houghton Mifflin, 1950), pag. 55
19 – Intervista di Bild am Sonntag, 10 Aprile 1977. Citato in: Wolf. R. Hess, Mio Padre Rudolf Hess, pag. 402.
Traduzione a cura di: Gian Franco SPOTTI
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