sabato 9 marzo 2013

INTERVISTA A JUERGEN GRAF



A cura della: YJC – YOUNG JOURNALISTS CLUB (Club dei Giovani Giornalisti)

Tehran, YJC.  Studioso svizzero, obbligato a lasciare il suo paese e che vive ora in esilio in Russia, in un’intervista al YJC afferma che “Banchieri Ebrei” nell’Unione Europea sono responsabili per la crisi Monetaria Europea.

Qui di seguito il testo dell’intervista.
D – Sig. Graf, Lei è svizzero ed ora è obbligato a vivere in Russia. Perché tutto questo?
R – Nel Luglio del 1998 il Tribunale Distrettuale di Baden mi condannò a 15 mesi di prigione, senza libertà vigilata, e ad una multa di circa 40.000 Franchi Svizzeri per via dei miei scritti revisionisti. Il mio editore Gerhard Foerster, che aveva 76 anni e così malato da essere trasportato nell’aula di tribunale su una sedia a rotelle, ebbe un anno di galera ed una multa della stessa entità. Morì due mesi dopo. Siccome non ero in grado di pagare la multa, ciò si sarebbe trasformato in un supplemento di carcerazione, cosicché avrei passato circa due anni e mezzo dietro le sbarre. Il mio avvocato, il Dr. Urs Oswald, si appellò al verdetto, ma nel 2000 la sentenza fu confermata dalla Corte Suprema della Svizzera. In quel periodo ero fidanzato con la mia futura moglie Olga Stepanovna, una storica di Minsk (Bielorussia). Siccome non volevamo separarci per così tanto tempo, decisi di non scontare la pena e di emigrare.
Dal 2002, Olga ed io viviamo in Russia. Mi guadagno da vivere come traduttore da diverse lingue europee (specialmente inglese e russo) al tedesco ma continuo anche le mie attività revisionistiche. Nel 2010, assieme allo svedese Thomas Kues e l’italiano Carlo Mattogno, scrissi un lungo e dettagliato libro circa il presunto “campo di sterminio” di Sobibor nella Polonia orientale, dove, secondo la storia Olocaustica, vi furono gassati dai 170.000 ai 250.000 ebrei nel 1942 e 1943  (“Sobibor. Holocaust Propaganda and Reality”, Castle Hill Publisher, Uckfield 2010). In questo libro noi dimostriamo che in realtà Sobibor era una campo di transito.
Poiché il mio passaporto svizzero scadde anni fa e siccome non ho la possibilità di avere un passaporto russo o bielorusso, non posso viaggiare e non posso nemmeno fare ricerche negli Archivi di Mosca. Se potessi ottenere un passaporto iraniano, mi sarebbe di grande aiuto. Dal Novembre 2000 all’Aprile 2001 ho vissuto a Tehran, occupandomi della preparazione di una conferenza revisionista che doveva tenersi nel Marzo/Aprile 2001 a Beirut. (Cedendo alle forti pressioni americane, il governo libanese proibì la conferenza due settimane prima che questa avesse luogo). Fui affascinato dall’Iran e dalla sua storia e studiai la lingua Farsi per due ore al giorno; dopo quattro mesi potevo parlare in modo zoppo. Purtroppo ho dimenticato la mia conoscenza di questa meravigliosa lingua perché non ebbi la possibilità di praticarla ma ritengo di poter recuperare tale conoscenza in caso di bisogno.

D – Considerando il fatto che una delle ragioni del Suo esilio è stata l’influenza ebraica nel Suo paese, quanto negativa Lei ritiene sia stata questa influenza?
R – Sebbene l’influenza ebraica in Svizzera non è certo così invasiva come in altri paesi europei (specialmente Germania e Francia), è comunque forte. Il migliore esempio è la cosi detta “Legge Antirazzismo” approvata nel 1993. Questa legge proibisce “la giustificazione, la minimizzazione o la negazione di un genocidio”, una formula così vaga che nessuno sa bene che cosa sia permesso o cosa sia proibito. Sebbene nel rispettivo paragrafo non si fa menzione ne agli ebrei, ne all’Olocausto, ne alle camere a gas, ne alla cifra dei sei milioni, questa legge viene usata per soffocare ogni dissenso circa l’ampiezza della persecuzione ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale. Non è un segreto che questa legge sia stata varata su istigazione degli ebrei svizzeri. Già nel Febbraio 1987, lo Juedische Rundschau Maccabi, l’organo della comunità svizzero-ebraica, annunciava che la Svizzera avrebbe presto avuto una legge antirazzista che avrebbe reso il revisionismo dell’Olocausto un reato criminale. Ora, come potevano sapere gli ebrei svizzeri nel 1987 che il nostro parlamento avrebbero poi varato questa legge sei anni dopo?
D – Secondo Lei l’influenza sionista in Europa, col denaro a loro disposizione, ha in qualche modo contribuito all’attuale crisi europea?
R – Ovviamente l’attuale crisi economica in Europa ha diversi padri, ma il fattore più importante è senza dubbio il sistema bancario. La Commissione dell’Unione Europea è diretta dalla banca Centrale Europea la quale, a sua volta, è controllata dal gruppo bancario ebraico Goldman Sachs. Il 4 Settembre 2012 il canale televisivo tedesco ARTE trasmise un documentario dal titolo “Goldman Sachs – Eine Bank lenkt die Welt” (Goldman Sachs – una banca governa il mondo). I due produttori, Jérome Fritel e Marc Roche, affermarono: “L’influenza di Goldman Sachs influisce direttamente sulla vita dei cittadini; un esempio ne è la nomina del Presidente della Banca Centrale Europea. La Goldman Sachs evita sistematicamente ogni regolamento del settore finanziario. Il braccio di questa banca è molto lungo”. Il direttore della banca Centrale Europea beneficia  di leggi speciali che gli garantiscono l’immunità da ogni procedimento giudiziario.
Grazie al loro immenso potere finanziario, i gangsters bancari ebrei possono corrompere, prevalentemente ma non esclusivamente, quasi tutti i politici, indipendentemente dal partito al quale appartengono. Le differenze fra “Conservatori”,  “Democratici” e “Socialisti” sono soltanto retorica. Infatti essi promuovono tutti la stessa politica che è a vantaggio dei banchieri e danneggiano i lavoratori. Con queste premesse, le elezioni non sono altro che una farsa.
La Repubblica Federale di Germania, in qualità di stato membro più influente dell’Unione Europea, negli ultimi anni ha pagato enormi somme (molti miliardi di dollari) alla Grecia, apparentemente per aiutare questa nazione impoverita e erosa dal debito. Il cittadino tedesco medio pensa che questo denaro aiuterà i poveri greci. Egli non sa che nessun cittadino greco vedrà mai un centesimo. Tutto il denaro va alle banche (in gran parte ebraiche) delle quali la Grecia è debitrice. Per ridurre il suo debito, il governo greco ha preso delle misure che condannano ampi strati della sua popolazione alla miseria, tagliando salari e pensioni, chiudendo ospedali ecc. Così, mentre i gangsters bancari vivono in un lusso inimmaginabile, risultato delle loro attività, intere nazioni vanno in rovina. In Portogallo e Spagna la situazione è migliore che in Grecia solo in modo marginale e altri paesi, come l’Italia, presto seguiranno.
D – In quanto alla garanzia dell’esistenza del regime Sionista, quale impatto ha avuto l’Olocausto sull’approccio da parte  dell’Occidente  verso  quel regime?
R – Possiamo dire tranquillamente che senza l’Olocausto lo stato Sionista d’Israele non esisterebbe. Dopo tutto, la fondazione di questo stato fu un anacronismo. Nel Novembre 1947, quando le Nazioni Uniti suggerirono la ripartizione della Palestina, la Gran Bretagna aveva già concesso l’indipendenza all’India. Dozzine di nazioni asiatiche e africane stavano tentando con crescente insistenza di scrollarsi di dosso il dominio dell’uomo bianco. In altre parole: il Colonialismo aveva i giorni contati. Allo stesso tempo, ai Sionisti veniva permesso di attuare il loro progetto colonialista in Palestina, con terribili conseguenze per la popolazione araba del posto. L’ex ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite, Abba Eban, non fece un segreto del fatto che l’Olocausto fosse stato determinante per la fondazione dell’entità Sionista: “ Una ragione di questa vittoria veramente stupenda fu senza ombra di dubbio la Shoa (termine ebraico per “catastrofe”, cioè Olocausto). La memoria del genocidio era ancora viva”.
Siccome i Palestinesi sono le vittime principali della storia dell’Olocausto, ci si aspetterebbe che intellettuali Palestinesi (e altri musulmani) vagliassero attentamente questa storia per verificare se essa è storicamente esatta. Purtroppo non è stato fatto. E’ vero che molti musulmani hanno denunciato l’Olocausto come una truffa, ma in un dibattito con storici o giornalisti  ebrei preparati non avrebbero alcuna possibilità perché mancano della conoscenza necessaria. Fra i ricercatori revisionisti non ci sono musulmani e per quanto io ne sia a conoscenza i più recenti e più importanti studi revisionisti, come il volume di raccolta estremamente importante dal titolo “Dissecting the Holocaust” (analizzare l’Olocausto), dell’editore Germar Rudolf, Thesis and Dissertation Press, Chicago 2003, non sono stati tradotti ne in Arabo ne in Farsi. E’ un peccato perché se i Palestinesi fossero informati sull’argomento essi saprebbero che, mentre gli ebrei furono in effetti crudelmente perseguitati durante la Seconda Guerra Mondiale, non ci fu alcun sistematico sterminio, non ci furono camere a gas a scopo omicida e la cifra dei sei milioni è una irresponsabile esagerazione. In altre parole: i Palestinesi apprenderebbero che il loro paese è stato rubato, i loro figli incarcerati, torturati e uccisi in nome di una menzogna.
Alcuni intellettuali musulmani (l’ultimo scrittore Edward Said ne è un buon esempio) appoggiano la storia tradizionale dell’Olocausto perché credono di doverlo fare se vogliono essere accettati dalla società Occidentale e per difendere in modo più concreto i diritti dei Palestinesi. Questa è una tragica illusione. Fintanto che il mondo Occidentale crede ai campi di sterminio, alle camere a gas e ai sei milioni, esso sosterrà sempre Israele, indipendentemente da come questa nazione si comporta.
Ai popoli del mondo sicuramente non piacciono le aggressioni  e i massacri di Israele ma sostengono che l’Olocausto fu cento volte peggio, quindi gli ebrei devono avere il loro proprio stato in modo da prevenire un nuovo Olocausto. Se le camere a gas ed i sei milioni fossero universalmente smascherati come una menzogna propagandistica, lo stato Sionista sarebbe finito e l’influenza ebraica nel mondo Occidentale verrebbe drammaticamente indebolita.
Se fossi sicuro che questo libro venisse tradotto rapidamente in farsi e in Arabo (e magari in altre importanti lingue del mondo musulmano), scriverei un libro di circa 400 pagine, con molte illustrazioni, circa la genesi e la funzione della storia dell’Olocausto. Questo libro riporterebbe i risultati più recenti della ricerca revisionista.

Traduzione a cura di: Gian Franco SPOTTI

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