Pochi sanno – probabilmente nessuno di voi vista la propaganda storica – che il primo uomo a possedere degli schiavi in quelli che ancora non erano gli Stati Uniti d’America, non fu un Europeo, ma un Negro[1] d’Africa.
Il suo nome era Anthony Johnson. Fu lui che nel 1654, quando ancora era una colonia inglese, fece istituire la schiavitù in Virginia. Fino ad allora la schiavitù non esisteva nelle colonie nordamericane, esisteva invece quello che veniva definito indentured servant, ovvero una sorta di “contratto” con il quale il “servo” proveniente dall’Africa si impegnava, in cambio del privilegio di poter emigrare nelle colonie britanniche, ad essere servo del suo padrone per un certo numero di anni, dopo i quali sarebbe stato libero e avrebbe ricevuto una liquidazione e della terra.
Il suo nome era Anthony Johnson. Fu lui che nel 1654, quando ancora era una colonia inglese, fece istituire la schiavitù in Virginia. Fino ad allora la schiavitù non esisteva nelle colonie nordamericane, esisteva invece quello che veniva definito indentured servant, ovvero una sorta di “contratto” con il quale il “servo” proveniente dall’Africa si impegnava, in cambio del privilegio di poter emigrare nelle colonie britanniche, ad essere servo del suo padrone per un certo numero di anni, dopo i quali sarebbe stato libero e avrebbe ricevuto una liquidazione e della terra.
Era certamente una servitù pesante, ma non molto dissimile da quella odierna in certe situazioni lavorative e, sicuramente, molto più lieve di quello che avveniva nella Russia zarista dell’epoca con i servi della gleba. Non era la schiavitù che leggiamo nei libri e che vediamo in Tv. La cui nascita fu invece la conseguenza di un ricorso in tribunale presentato appunto da Anthony Johnson, nativo dell’Angola e anch’egli un ex servo divenuto libero alla scadenza del contratto, contro il suoindentured servant, John Casor. Con il ricorso, Johnson chiese ed ottenne l’estensione illimitata del contratto di servitù tra lui e Casor, creando così il primo schiavo della storia nordamericana. Quindi il primo possessore di schiavi del nordamerica, e colui che de facto diede inizio alla tratta dei negri, fu anch’esso un negro. Sorpresa.
Ma non fu l’unico. Moltissimi, dal 1654 fino alla fine della Guerra Civile, furono i proprietari di schiavi africani che erano Africani loro stessi. Questo non dovrebbe essere uno choc per chi conosce la Storia, visto che comunque, da sempre è notorio che furono le élites africane a gestire in loco la vendita dei loro “fratelli” ai mercanti di schiavi europei.
In un saggio, R. Halliburton dimostra che “Negri hanno posseduto altri schiavi negri in ciascuno dei tredici stati originali e poi in ogni stato ove vigeva la schiavitù”, almeno da quando Anthony Johnson e sua moglie Mary aprirono la strada allo schiavismo in un tribunale della Virginia nel 1654.
E per un certo periodo storico molto breve, in Virginia, alcuni di questi Negri potevano addirittura avere al proprio servizio degli indentured servant bianchi. Negri hanno posseduto altri negri come schiavi a Boston dal 1724 ed in Connecticut dal 1783. Nel 1790, dice Halliburton, “48 persone di colore in Maryland erano proprietarie di 143 schiavi, regolarmente acquistati e vendute per il commercio col Sud”.
Pochi sanno che il diritto dei negri a possedere altri negri come schiavi, venne difeso dai primi con la dichiarazione fatta alla vigilia della guerra civile da un gruppo di persone libere di colore di New Orleans, che offrirono i loro servigi alla Confederazione. In parte perché essi temevano di essere loro stessi ridotti in schiavitù, ma soprattutto per interesse.
Due di loro erano Noah Andre Trudeau e James G. Hollandsworth Jr. che, una volta scoppiata la guerra, formarono milizie di neri in “Guardie nativi, Louisiana,” giurando di combattere per difendere la Confederazione e la schiavitù. Anche se il Sud non permise mai loro di scendere al fianco delle truppe bianche.
Quando poi New Orleans cadde alla fine di aprile del 1862, quegli stessi ex-schiavisti neri, giurarono fedeltà all’Unione, costituituendo la Guardia Nativa / Corpo d’Afrique.
Quando poi New Orleans cadde alla fine di aprile del 1862, quegli stessi ex-schiavisti neri, giurarono fedeltà all’Unione, costituituendo la Guardia Nativa / Corpo d’Afrique.
Nel 1830, l’anno più attentamente studiato da Carter G. Woodson, circa il 13,7 per cento (319.599) della popolazione nera era libera. Di questa, 3.776 negri liberi possedevano 12.907 schiavi negri, su un totale di 2.009.043 schiavi presenti in tutti gli Stati Uniti.
ALCUNI NOMI E RELATIVE STORIE:
John Carruthers Stanly – nato schiavo in Craven County, Carolina del Nord, figlio di madre Igbo e del suo padrone, John Wright Stanly, divenne un barbiere e speculatore nel settore immobiliare a New Bern. Come Loren Schweninger sottolinea in Proprietari neri del Sud, 1790-1915 , dal 1820, Stanly possedeva tre piantagioni e 163 schiavi, e addirittura assunse tre sorveglianti bianchi per tenere a bada i propri schiavi e gestire la sua proprietà! Ebbe sei figli con una donna schiava di nome Kitty, e alla fine li liberò.
John Carruthers Stanly – nato schiavo in Craven County, Carolina del Nord, figlio di madre Igbo e del suo padrone, John Wright Stanly, divenne un barbiere e speculatore nel settore immobiliare a New Bern. Come Loren Schweninger sottolinea in Proprietari neri del Sud, 1790-1915 , dal 1820, Stanly possedeva tre piantagioni e 163 schiavi, e addirittura assunse tre sorveglianti bianchi per tenere a bada i propri schiavi e gestire la sua proprietà! Ebbe sei figli con una donna schiava di nome Kitty, e alla fine li liberò.
Antoine Dubuclet e sua moglie Claire Pollard possedevano più di 70 schiavi in ??Iberville. Secondo Thomas Clarkin, nel bel mezzo della guerra civile, possedevano 100 schiavi, del valore di $ 94.700. Durante la l’occupazione nordista, divenne tesoriere dello Stato imposto dai vincitori.
Andrew Durnford era un piantatore di zucchero che possedeva la piantagione di Santa Rosalia, 33 km a sud di New Orleans. Nel 1820, David O. Whitten ci dice , comprò per 7.000 dollari sette schiavi maschi, cinque femmine e due bambini. Nel 1830 ne acquistò altri 24. Alla fine, ebbe acquistato 77 schiavi. Quando un proprietario di schiavi Creolo liberò i suoi schiavi e li spedì in Liberia, Durnford commentò che lui non poteva farlo, perché “l’interesse personale è troppo fortemente radicato nell’atmosfera americana”.
Interessante vero? Da tutto questo emerge che nella questione schiavitù non vi fu, come la propaganda ufficiale ci racconta, una parte “moralmente” superiore all’altra, vi fu semmai una parte più capace dell’altra. Ma questa è tutta un’altra storia.
E che anzi, se una parte meschina moralmente più dell’altra vi fu, questi furono gli schiavisti Africani: perché schiavizzarono la propria gente.
E che anzi, se una parte meschina moralmente più dell’altra vi fu, questi furono gli schiavisti Africani: perché schiavizzarono la propria gente.
- Un chiarimento sull’utilizzo del termine “Negro”. Non è da noi usato in termini spregiativi che non ci appartengono. E’ invece la denominazione più corretta di un gruppo razziale: usare infatti il termine “africani” sarebbe troppo ampio, perché includerebbe anche popolazioni appartenenti a gruppi razziali differenti come “Berberi, Maghrebini, Arabi e altri”. E anche il termine “di colore” comprende popolazioni le più svariate. Quindi noi, le popolazioni sub-sahariane di razza negroide le definiamo nel modo etimologicamente corretto: “Negri”. ^
http://xn--identit-fwa.com/blog/2013/03/09/la-vera-storia-della-schiavitu-americana-il-primo-schiavista-un-negro/
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