Sir Oswald Ernald Mosley nato a Londra nella contea di Staffordshire, a nord di Birmingham era il maggiore di tre figli e proveniva da una famiglia facoltosa ed influente (uno dei suoi avi era stato insignito nel 1720 del titolo di barone del Staffordshire, onorificenza che anche Oswald ebbe).
Dopo gli studi a Winchester e a Sandurst (accademia militare), entrò come volontario nei Royal Flying Corps e partecipò alla prima guerra mondiale.
Nel 1916 fu dimesso dall’esercito per invalidità in seguito ad una ferita riportata sul campo di battaglia il 25/9/1915 a Loos.
A guerra ultimata cominciò ad occuparsi di politica e nel 1918 venne eletto deputato alla Camera dei Comuni tra le fila del Partito Conservatore, diventando il membro del Parlamento più giovane della storia inglese.
Un baronetto all’epoca non poteva che schierarsi coi Tory, ma la sua non era una adesione di passione.
Il retaggio di civiche e militari virtù in perfetto stile «old England» come la perfetta educazione ricevuta, il senso della disciplina, l’attitudine al comando non meno che all’obbedienza, la raffinatezza nel portamento, la giovanile irruenza contro il compromesso, la fedeltà dell’ufficiale inglese a un superiore codice d’onore, si aggiunsero agli umori e i malumori della sua generazione, alla avversione verso l’impotenza, il dilettantismo, la corruzione (scriverà nel suo My 1ife «Le idee che restano astratte non mi hanno mai attratto; l’azione deve seguire il pensiero perché la vita politica non resti priva di significato») e l’antipatia per il taissez- faire liberale (la famosa teoria del "ci pensa il mercato").
Dopo il matrimonio (1920) con Cynthia Curzon, figlia del viceré d'India George Curzon (alle nozze presenziarono famiglie reali d’Europa) i suoi dissapori all’interno del partito si fecero via via più consistenti in proporzione alla resa incondizionata della corona verso i ribelli irlandesi. .
Nel 1922 e nel 1923, senza essere formalmente appoggiato da nessun partito, confermò il suo seggio parlamentare e nel 1924 aderì al Partito Laburista e, tra alti e bassi, rimase affiliato al partito (a volte come candidato "ufficiale", a volte come "indipendente") fino al 1930. Col suffragio universale introdotto nel 1918 era andato al Governo nel 1923 il Labour Party di James Ramsay MacDonald (12/10/1866 – 9/11/1937) appoggiato dai liberali terza forza del paese.
La sua esperienza e la sua inclinazione ai problemi sociali lo avevano portato ad essere apprezzato tanto da fargli sfiorare la nomina a Primo Ministro.
Beatrice Webb "/.../ the most brilliant man in the House of Commons; /.../ the perfect politician who is also a perfect gentleman" .
I giornali dell’epoca ne parlarono infatti in termini entusiastici.
Nel 1925, dopo la caduta del primo governo MacDonald, propose se stesso per il ruolo di Primo ministro ma il suo appello rimase inascoltato e si procedette a nuove elezioni: Mosley si presentò nel difficile collegio di Birmingham, dove il conservatore Neville Chamberlain lo sconfisse per soli 77 voti.
La grave crisi politica che imperversava in Gran Bretagna negli anni Venti consentì a Mosley di non stare fuori dal Parlamento per troppo tempo: vi fece ritorno infatti il 21 dicembre del 1926, venendo eletto nel collegio di Smethwick.
Al termine delle consultazioni politiche del 1929, vinte di nuovo dal socialista laburista“moderato” Ramsay MacDonald (che sorpassa come partito i liberali), Mosley concluse un accordo elettorale con il Primo ministro e per un anno fu de facto un suo ministro senza portafoglio (Chancellor of the Duchy of Lancashire ) con delega al mondo del lavoro.
Nel 1930 Mosley propose all'esecutivo il celebre Memorandum Mosley, in cui egli illustrava le sue idee riguardo l'economia: Insieme ai laburisti più radicali, Mosley pensava a una politica di programmazione, di controllo degli investimenti, di rafforzamento dell’esecutivo «sia per un controllo dell’alta finanza sia per un progressivo svuotamento degli influssi incontrollabili dell’economia mondiale attraverso tempestive misure protezionistiche, oppure attuando un autoisolamento dell’economia nazionale» (Ernst Nolte). Era socialismo o nazionalsocialismo? O si trattava piuttosto di duri provvedimenti temporanei, di volontà di circoscrivere il problema (che per Mosley era la disoccupazione) nei suoi limiti essenziali, di «fare rientrare nei ranghi la finanza e i capitalisti recalcitranti» (R. Skidelsky) con una politica di indirizzo pianificatore e socializzatore che poteva arrivare alla nazionalizzazione delle banche e alla statizzazione delle imprese? .
Al rifiuto del governo di approvarlo, egli si dimise dal suo incarico istituzionale e tornò tra i banchi dell'opposizione. Quale opposizione? Di sinistra poiché Ramsay MacDonald tirando dentro i conservatori nel 1931 (Liberali e laburisti non erano andati oltre i 120 seggi, dai 260 che avevano i soli laburisti, contro il quadruplo dell’avversario) aveva saltato il cosiddetto fosso.
Sarà la sua morte politica poiché nel 1935 alle elezioni nessuno volle più prenderlo in considerazione.
Nello stesso tempo si concretizzò il suo avvicinamento alla politica fascista e divenne un ammiratore di Mussolini (ne apprezzava soprattutto il corporativismo).
Non era il primo fascista, poichè il fascismo inglese esisteva già da quasi 10 anni ed era espresso in due movimenti il "British Fascisti" (BF di Miss Rotha Lintorn-Orman) e la "Imperial Fascist League" (IFL di Arnold Spencer Lease).
Sorte negli anni Venti come reazione al "pericolo rosso" e caratterizzate da un forte patriottismo le leghe erano arrivate a raccogliere quasi 100.000 adesioni e più che alleati gli erano avversari.
Proprio nel 1930 quindi Mosley fondò il New Party, che ebbe il suo battesimo elettorale l'anno seguente nelle elezioni suppletive di Ashton-under-Lyne in cui ottenne il 16% dei voti. Nel programma del nuovo partito erano sì presenti idee innovative, soprattutto in materia di politica economica, tuttavia mancavano obiettivi a lungo termine ben definiti ed i suoi membri erano per lo più dissidenti provenienti dai partiti tradizionali (destra e sinistra): in quella fase il New Party non rappresentava perciò né una concreta alternativa né una vera e propria rottura rispetto ai partiti tradizionali.
A seguito di insuccessi elettorali, nel 1932 Mosley gli cambiò nome in British Union of Fascists (BUF), rendendo palese la sua scelta di campo in favore del fascismo, scatenando tuttavia la reazione del governo che gli impedì di partecipare alle elezioni politiche del 1935.
Prima di cambiare nome al partito era venuto in Italia dove aveva ricevuto l’investitura ufficiale da parte del Duce. Dal 1933 non potendo usufruire dei mezzi radiofonici venne fondato il giornale The Blackshirt (camicia nera). Mosley contava molto sulle sue doti oratorie e gli scontri maggiori con gli altri fascisti, ma anche con Comunisti ed Ebrei li ebbe proprio durante comizi.
La sua guardia personale, i Biff Boys, usciva dalle palestre di Ted Kid Lewis campione del mondo dei pesi medi
I suoi sostenitori e i suoi collaboratori lo acclamavano come leader indiscusso del movimento e vedevano in lui l’uomo che, con il suo entusiasmo, la sua forza e il suo carattere autoritario ed arrogante, sapeva farsi trascinatore di folle, finendo per condurre la BUF alla vittoria elettorale e la Gran Bretagna alla stabilità politica ed economica.
V’era chi riconosceva in lui il nuovo Cesare, che avrebbe permesso agli inglesi di recuperare l’antico splendore della loro nazione: /.../ a national leader, a hero, who will give the British people the confidence to recover the spirit they have lost. /.../ Mosley is already emerging from the political obscurity into which his enemies had dismissed him.Behind him come a host of enthusiastic followers prepared to die that Britain again may live. Mosley era il blackshirt, la camicia nera per eccellenza, l’uomo che si metteva al servizio dello stato per il bene della nazione e non per i propri interessi o per quelli di un gruppo: /.../ tall and muscular, square-jawed and straight-backed - signifying discipline, courage and vitality. Drawn without softening curves, he was a product of an industrial society, an ‘instrument of steel’ for an ‘iron age’. /.../ the fascist had only one joy: the cause. /.../ Fascist man was to recapture the spirit of the front, the ‘dedication to the cause that transcends self and faction’.
Nel 1933 era morta la moglie Cynthia e Mosley si risposò (1936) con Diana Mitford, di 14 anni più giovane: le nozze vennero effettuate a casa di Joseph Goebbels ed Adolf Hitler fu uno degli invitati. La sua esclusione dalle elezioni aveva pero incrinato il movimento che ora si reggeva solo sulla stampa. Di ex-comunisti nel BUF non ne mancavano; e uno di loro, Alexander Raven Thomson sarebbe diventato addirittura il teorico più prestigioso del movimento, al quale George Bernard Shaw, ammiratore di Mussolini, augurava vittoriose affermazioni. Del resto, come ha notato Alistair Hamilton, gli intellettuali anglosassoni in odore di fascismo o di filo-fascismo non erano pochi: Kipling e Wells, Belloc e Ezra Pound, Eliot e Yeats, Lawrence e Chesterton.
Di fatto Mosley, anche se fuori dal Parlamento, non era un isolato né gli mancavano i finanziamenti, ad esempio quelli di Lord Rothermere, un grande uomo d’affari britannico che, almeno per qualche anno, fece del Daily Mail, il quotidiano di cui era proprietario, il portavoce delle idee di Mosley.
Mentre altri industriali e aristocratici restavano affascinati dalla capacità di Sir Oswald di riempire le più grandi platee di Londra, come la Albert Hall e il teatro Olimpia, di curiosi e di seguaci. «Nessun altro capo di partito c’era mai riuscito prima di lui. Lo sfarzo non era minore di quello sfoggiato da Hitler nelle sue assemblee: l’entrata di Mosley veniva accompagnata da squilli di tromba, i portabandiera lo precedevano piazzandosi poi intorno alla tribuna sovrastata da un gigantesco fascio littorio d’argento.
A rovinare questo clima favorevole per il suo partito ci pensò lo stesso Mosley: il 4 ottobre del 1936 i fascisti in camicia nera da lui guidati marciarono sull'East End di Londra nel tentativo di intimidire e ridurre al silenzio le organizzazioni sindacali ed i gruppi ebraici che soggiogavano in quei quartieri.
La sorpresa fu grossa quando per strada incontrarono le barricate dietro le quali migliaia di uomini erano pronti a battersi. Questo episodio, noto come "la battaglia di Cable Street", spezzò la schiena al fascismo inglese.
A partire dal 1938 la BUF iniziò a perdere terreno nell’East End. La dottrina Mosley era comunque emigrata ai paesi del Commonwealth bianchi e alla stessa Irlanda (Camicie Blu) tanto che in Spagna venne creata una brigata “Bandiera Irlandesa” che combatté col Tercio. Probabilmente, come suggerisce Webber, questo ridimensionamento del movimento fu una conseguenza dell’accordo di Monaco, che aveva sollevato del risentimento nei confronti della Germania e quindi una presa di distanza dal fascismo inglese, che non aveva mai nascosto le proprie simpatie per il nazismo. Contemporaneamente, però, crebbero le adesioni in altre zone della capitale e del Paese e questa tendenza si mantenne anche per l’anno successivo, tanto che, nel settembre del 1939, si registrò un numero di aderenti superiore del 50% rispetto alla fine del 193
6. Nel maggio del 1940 la BUF veniva sciolta e Mosley arrestato insieme ai maggiori esponenti del movimento (Diana sarebbe stata arrestata qualche settimana dopo).
Ciò avveniva in base a un decreto, il l8b, che autorizzava il Ministro degli Interni ad arrestare gli iscritti di un’organizzazione se avevano o avevano avuto «rapporti con persone dipendenti dal Governo, o simpatie per il sistema di Governo, di qualsiasi potenza con cui Sua Maestà fosse in guerra».
Era un decreto-capestro che faceva a pugni con tutta la tradizione giuridica inglese: molti tra i più leali nemici di Mosley lo ammettevano, anche se giustificavano la durezza del provvedimento con le circostanze eccezionali in cui la Nazione si trovava. In quelle circostanze, Mosley era, soggettivamente e oggettivamente, un «nemico»?
Capace di spaventare a tal punto i governanti da farli decidere a «stracciare l’Habeas Corpus»?
Così George Bernard Shaw: «Abbiamo ancora timore di lasciare che Mosley difenda e abbiamo provocato la ridicola situazione secondo cui possiamo acquistare il Mein Kampf di Hitler in qualsiasi libreria del Regno Unito, ma non possiamo acquistare dieci righe scritte da Mosley».
Confinato con la moglie e con altri collaboratori nell’isola di Man, Mosley sarebbe stato liberato nel novembre del 1943.
Gli era andata bene perché a molti suoi ex collaboratori venne inflitta nel dopoguerra la pena di morte per collaborazionismo col nemico.
Durante il periodo di reclusione nacque il figlio Max Rufus, oggi presidente della Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA). Al termine del Secondo conflitto mondiale, con la BUF ormai dichiarata illegale da tempo, Mosley fondò l'Union Movement (che aveva lo stesso simbolo elettorale della BUF) che a livello europerò aderì al National Party of Europe, l'aggregazione di tutti i partiti europei di estrema destra. Con l'UM Mosley si candidò ancora nel 1958 a Notting Hill e nel 1959 a Kensington North, venendo sconfitto nettamente in entrambi i casi; nelle elezioni politiche dello stesso anno l'UM ottenne meno dello 0,1% dei voti.
Tornò per l'ultima volta ad affrontare una campagna elettorale nel 1966 ma ancora una volta l'Union Movement fece flop, ottenendo meno di 5.000 preferenze.
Nel frattempo Mosley, che nel 1951 si era trasferito in Irlanda, traslocò successivamente a Parigi, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Nel 1968 scrisse un'autobiografia dal titolo My Life e nel 1977 fu candidato alla carica di rettore magnifico dell'università di Glasgow, ottenendo in questa occasione 100 voti.
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