La frase, pronunciata da Benito Mussolini, è senza dubbio incontestabile.
Che si tratti di un fascista o di un comunista, di un anarchico o un liberale, il discorso non cambia.
E’ una frase che dimostra, qualora sia seguita dai fatti, la totale buonafede di chi la pronuncia.
Infatti, le forze dell’economia di un Paese, dovrebbero essere disciplinate da un organismo come lo Stato per il fatto stesso che lo Stato è il Popolo e il Popolo è lo Stato.
Mussolini, come altri governatori che adottarono questo tipo di politica, in effetti adottò delle politiche create appositamente per il benessere dello Stato, e quindi del Popolo (vedi battaglia del grano, bonifiche dell’Agro Pontino, costruzione di nuove città, infrastrutture, stato sociale ecc.).
Il fascismo del ventennio infatti, adottando un sistema TOTALITARIO, si prefiggeva il compito, rispetto al liberalismo (che predicava FORMALMENTE il raggiungimento del benessere individuale da parte di tutti i cittadini –che vengono considerati TUTTI UGUALI- senza intervenire fattivamente per procuraglielo) e al comunismo (che si proponeva di far ottenere SEMPRE FORMALMENTE il benessere individuale dei cittadini, attraverso l’abolizione della proprietà privata e alla futura quanto fantomatica abolizione stessa dello Stato –mai verificatasi-), di creare una struttura statale che incorporasse tutte le forze della Nazione, ma il fine non era l’interesse individuale (come tutte le dottrine precedenti dichiaravano), ma l’interesse dello STATO (che ovviamente si traduce in “INTERESSE DI TUTTO IL POPOLO”). Il benessere del singolo, quindi, viene raggiunto solo indirettamente grazie al benessere generale.
In questo senso possiamo analizzare la situazione attuale in cui si può notare con facilità che lo Stato è oggi presieduto e controllato da organismi ai quali il benessere del Popolo non importa particolarmente.
Anzi non gli importa affatto.
Basti notare le politiche che vengono attuate dal Governo Tecnico (o di chi ne ha fatto e ne farà le veci): un continuo di tagli di bilancio (seguiti da un taglio di stato sociale, che si traduce in minor ricchezza che circola nel circuito economico Nazionale) seguito da un aumento continuo di tasse. Questa politica, noi fascisti lo sappiamo bene, deriva dal fatto che siamo diventati (come Popolo) schiavi dell’usura internazionale.
Mediante la truffa del debito pubblico, infatti, siamo continuamente obbligati ad ammazzarci di lavoro, per pagare un enorme quantità di tasse che, per la maggior parte, finiscono a pagare gli interessi del debito pubblico stesso.
E’ un meccanismo perverso ideato dai finanzieri internazionali come forma moderna di schiavitù.
I Governi di oggi, veri e propri burattini, non hanno più a cuore l’interesse del Popolo.
Questo è fin troppo palese. Se gli importasse qualcosa della gente non continuerebbero a farci dissanguare in nome di un debito pubblico in mano a banchieri internazionali, continuando a farci lavorare come matti (per chi è fortunato) dicendo “è questo che ha deciso il mercato”. Basterebbe questo per dimostrare che i governi occidentali di oggi non lavorano e non agiscono in nome e per conto dei Popoli, ma in nome e per conto dei burattinai che li controllano ed hanno ideato questo sistema (banchieri, burocrati, sionisti, massoni, finanzieri).
Quindi, riassumendo, se un tempo il motto era: “Disciplinare le forze dell’economia e adeguarle alle necessità della nazione”, oggi invece potrebbe essere diventato: “Disciplinare le forze dell’economia e adeguarle alle necessità del MERCATO”.
I popoli al servizio del diavolo.
http://rsicontinuitaideale.blogspot.it/2012/12/durante-il-fascismo-si-era-orgogliosi.html
Allegati inseriti da SOCIALE
Il discorso sullo stato corporativo. 1933
http://cronologia.leonardo.it/storia/italia/italia013.htm
Questo è stato il fascismo chiamato il "male assoluto"
http://pocobello.blogspot.it/2010/09/i-danni-del-fascismo.html
Cosa lascia detto il fascismo per la sua continuità: il testamento della RSI
http://pocobello.blogspot.it/2010/01/fascismo-e-antifascismo-per-una-nuova.html
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