domenica 10 giugno 2012

SULLA QUESTIONE DINASTICA DEI BORBONE DUE SICILIE

I Principi Carlo e Camilla
 
di
Alessandro Romano

Premesso che il Regno delle Due Sicilie è stato soppresso dai Savoia con la nota conquista chiamata “risorgimento”, nel concreto la vertenza tra i due rami dinastici nasce principalmente per la gestione del nome e dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, le cui finalità sono esclusivamente benefiche e morali, e non per un vero e proprio diritto ad un  trono che non c’è.
La divisione tra le due “corone” (napoletana e spagnola) dello stesso ceppo familiare, nasce con l’arrivo nel Regno di Napoli e Sicilia di Carlo di Borbone (1734), figlio di Filippo V di Spagna e dell’italiana Elisabetta Farnese. Carlo, all’atto della proclamazione dell’indipendenza dell’attuale Sud Italia (Sicilia compresa) dal vicereame austriaco, emise una prammatica (le leggi di allora si chiamavano così) con la quale veniva chiaramente ribadita la totale divisione della gestione politica ed amministrativa del Regno di Napoli dalla Spagna e da qualsiasi altro stato. Il giovanissimo re stava consciamente gettando le basi nazionali di quella che, allora, era l’Italia e lo si evince molto chiaramente anche dalla lapide posta sul monumento dell’indipendenza che egli fece erigere a Bitonto, luogo della sua vittoria sugli stranieri austriaci: “ Carlo (…) i Tedeschi annientò e l’Italica libertà nazionale fondò i Pugliesi e i Calabresi la bandiera alzarono”.
Dopo la caduta del Regno usurpato dai Savoia, il ramo ereditario delle Due Sicilie passava al Principe Carlo Tancredi di Borbone, figlio del Conte di Caserta, fratello del re Francesco II morto senza eredi.
I problemi iniziarono quando il Principe Carlo Tancredi di Borbone, per poter sposare la Principessa Maria Mercedes (infanta di Spagna ) figlia del re Alfonso III di Spagna, nel rispetto della Prammatica di Carlo di Borbone dovette rinunciare ai suoi legittimi diritti ereditari sulle Due Sicilie e, quindi, su tutto quanto concerneva la dinastia napoletana, compreso l’Ordine Costantiniano.
Tale rinuncia venne ufficializzata dal Principe Tancredi a Cannes, con un atto pubblico, il 14 dicembre 1900. A seguito di questa decisione, dopo qualche mese, ed esattamente il 7 febbraio 1901, Carlo Tancredi di Borbone Due Sicilie diventava Carlo Tancredi di Borbone Spagna, con tutti i conseguenti risvolti politici e le previste prerogative dinastiche.
La rinuncia che si innestava perfettamente nella legge dinastica interna dell’antica Famiglia Borbone, fu accettata da tutti i componenti europei della casata, compresa Maria Sofia, ancora in vita, e da Ferdinando Pio che, di fatto, acquisiva il titolo ereditario di Capo della Famiglia e di Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano. Insomma, nel caso sarebbe stato lui il re.
Tuttavia, Ferdinando Pio, legittimo erede del titolo per rinuncia di Tancredi, non ebbe figli maschi, pertanto alla sua morte il titolo passò automaticamente al fratello Ranieri di Borbone che, nel 1960, divenne a tutti gli effetti Capo della Famiglia Reale dei Borbone Due Sicilie e Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano. Ed a questo punto, a distanza di ben 60 anni dall’atto certificato a Cannes, che Alfonso di Borbone Spagna, figlio del rinunciatario Tancredi, dichiarò nullo l’atto di rinuncia sottoscritto dal genitore perché, a suo dire, non in armonia con legge francese, autoproclamandosi Capo della Famiglia e titolare di tutte le prerogative proprie del titolo.
Va sottolineato che il cosiddetto “Atto di Cannes” di rinuncia, fu registrato pubblicamente non per ottemperare alle leggi francesi (dove veniva sottoscritto), ma per certificare l’autenticità delle firme apposte sugli atti dal Principe Tancredi. Questo punto è di fondamentale importanza per capire il contenzioso che ne è poi nato.
Infatti, le leggi che all’interno della famiglia tuttora vigono sono le stesse di quando la Famiglia regnava e da queste riconosciute come le sole legittimate a regolare i rapporti dinastici interni, al di sopra di quanto viene poi stabilito dalle leggi degli stati dove la Famiglia risiede.
Tra l’altro, fu rilevato che qualora l’atto di rinuncia fosse stato cassato, sarebbero di conseguenza decaduti tutti gli effetti dinastici ad esso collegati, ivi compreso l’acquisizione del titolo di “Infante di Spagna” che ne aveva imposto la sottoscrizione.  
Tuttavia così non fu ed essendo l’autoproclamazione logicamente impropria ed in palese violazione della legge interna della dinastia, la maggioranza dei componenti la casata non ritennero valido questo atto d’imperio, continuando a riconoscere quali legittimi eredi del titolo i figli di Ranieri del Ramo Napoletano. Non curante di quanto gli perveniva da quasi tutti i componenti la famiglia e dai vari luminari del Diritto quali, ad esempio, il Prof. Ettore Gallo, già Presidente della Corte Costituzionale italiana, Alfonso, figlio del rinunciatario Tancredi, iniziò una vertenza legale senza fine improntata sul Diritto francese, italiano e spagnolo, in palese contrapposizione alle regole dinastiche ed al Popolo delle Due Sicilie che in Carlo di Borbone Duca di Castro, legittimo erede di Ranieri, riconosce l’autorità di proprio Rappresentante identitario.
E’ in virtù di questo riconoscimento che Carlo di Borbone Duca di Castro, Principe Ereditario delle Due Sicilie e Capo del Magistero dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, da venti anni è presente nella nostra Terra dove viene accolto con sincero affetto dalla sua gente e stimato ed amato da tutti i promotori di un risveglio culturale e sociale quale unica speranza per un futuro migliore.




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