lunedì 11 giugno 2012

Siamo a Roma o a Gerusalemme

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Per i massoni e gli ebrei il simbolismo è sempre stato fondamentale. 
 Questo particolare mi era sfuggito, l’ho appreso dalla pregevole rivista l’Uomo Libero di maggio.
Nella ristrutturazione della pavimentazione di piazza Montecitorio, ad opera dell’Arch. F. Zagari, è stata inserita una enorme menorah.
Ecco come l’israelita Fabio Perugia la commentò su Il Tempo del 7 giugno 1998:
"… Alla base del palazzo che ospita la Camera dei deputati ci sono tre strisce bianche ad anello tagliate in mezzo da una quarta linea bianca. Tutto questo forma un candelabro ebraico a sette braccii, le menorah, che fa concludere le sue fiammelle all’interno di palazzo Montecitorio nella speranza che la luce possa simbolicamente illuminare il Tempio della Democrazia".

Ora questa iniziativa “ornamentale” può sembrare un fatto di poco conto, una astrusità coreografica. Ma non lo è.
E’ invece una delle tante manifestazioni tangibili ed evidenti di un “potere” che pian piano si impone alla Nazione.
Per realizzare questa iniziativa infatti, devono per forza essere stati elaborati progetti ideali e simbolici,fatte proposte e avanzati “consigli”, mobilitatisi uomini e strutture di potere, e così via.  La manifestazione evidente di un potere, di una volontà di potenza e di un progetto di dominio. Altro che! La storia mostra queste particolarità in ogni luogo e tempo. Lo tengano presente quelle anime pie, quei pressapochisti, che fanno spallucce, che credono che la politica sia naturale, spontanea, magari spontanea  e non la realizzazione, attraverso la “forza”, di certi progetti quale manifestazione del potere.
Provatevi voi, per esempio, a far accettare allo stato di Israele, di porre sul piazzale, davanti alla Knesset, che so, la croce cristiana, quale simbolo della pace e della fratellanza fra gli uomini.

Maurizio

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