sabato 23 novembre 2013

L’arbitraire fiscal. L’impôt sous l’Ancien Régime et en 2013

 

Inizio della tassazione iniqua , come tutte le negatività sociali nascono dalla rivoluzione francese

23 novembre 2013 alle ore 11.59

L’arbitraire fiscal. L’impôt sous l’Ancien Régime et en 2013
  • Ci è stata tramandata, da parte dei massoni rivoluzionari, che poi si sono appropriati del governo degli Stati, una concezione abominevole dell’Ancien Regime: tirannia, arbitrarietà, fiscalità oppressiva.
  • In verità, il lavoratore francese, sotto l’oppressione dell’Antico Regime pagava imposte equivalenti a 18 giorni lavorativi; 
  • oggi, sotto la libertà dei governanti odierni, il lavoratore medio corrisponde tasse che equivalgono a 208 giorni del suo lavoro.
  • In verità, sotto l’ancien regime, le imposte dovevano essere sistematicamente giustificate e legittimate con un editto pubblico del re che ne motivava precisamente la finalità … e si trattava per lo più di una guerra; finita essa, l’imposta diventava obsoleta e quindi non più prelevabile. 
  • Oggi, che si vive in pace, sembrerebbe, le imposte le paghiamiamo per lo più perché c’è un deficit, un debito pubblico che grava anche su ogni neonato che l’ha contratto venendo al mondo, circa 48mila euro a testa. 
  • Il nome e cognome dei nostri e suoi creditori non ci è dato saperlo.
  • D’altra parte non è un cruccio nostro o del nostro neonato: pensano a tutto loro, i governanti, a sistemare il deficit … basti che il “citoyen”, vecchio o piccino che sia, paghi e ci sistemano.
  • E che dire dell’esecrabile disparità fra chi le tasse non le pagava, la noblesse, i privilegiati e il contadino che le pagava. 
  • Ma perché così poche rivolte ebbero luogo contro i signori come invece succedette quando i bisogni dello Stato per i fatti di guerra si tradussero in deficit? 
  • C’erano forme multiple di privilegi nell’antico regime che non avvantaggiavano solo i nobili ma anche la gente comune. Per esempio, la gabella sul sale, il cui uso era talmente e universalmente diffuso , il cui bisogno era enorme giacché serviva per la conservazione degli alimenti oltre che per l’uso comune e quotidiano di insaporire i piatti, fruttava entrate fiscali per un decimo di tutti i prelievi, paragonabile a una IVA, ebbene da questa imposta erano esenti i bretoni. 
  • Se si pensa che nelle altre regioni di Francia si pagava il sale trenta volte di più dei bretoni, essi, in questo caso, apparivano privilegiati quanto il nobile proprietario terriero, che era familiare, si conosceva e magari aveva anche aiutato l’uno o l’altro in qualche circostanza. 
  • E , inoltre, in caso di carestia, di cattivi raccolti , di minacce esterne, era il nobile proprietario a cui si faceva riferimento per assicurare protezione. Quindi il contadino del medioevo e dell’antico regime sembrava abbastanza incline a pagare il proprio signore quando aveva un ritorno effettivo in fatto di protezione e di servizi (il mulino, il ponte, la bonifica, il torchio, la viabilità …). In circostanza di guerra, quella per cui il prelievo era maggiore, se il contadino sborsava per essa, il nobile pagava con la sua presenza nelle operazioni militari.
  • Anche in questo caso, il contadino era privilegiato rispetto agli altri del suo ceto sociale giacché egli, contadino, era esentato dalle operazioni militari essendo la sua produzione più che mai essenziale in caso di operazioni militari. 
  • La musica cambiò quando a piccarsi di nobiltà furono i borghesi “arrivati”, i parvenus liberali: il codice d’onore divenne una questione di quantità di ricchezza, di accumulo del capitale.
  • Alla familiarità tra le diverse classi, costituita da mutua dipendenza e bisogno reciproco (riconosciuti!) si sostituì l’opportunità dell’affare.
  • Ai nostri giorni, dopo che ha vinto l’égalité, le imposte le pagano tutti, onorevoli e presidenti inclusi. 
  • Poco incide sull’uguaglianza se il mantenimento degli onorevoli odierni ci costano 153.000 euro al giorno, se lor signori, pur percependo ciascuno più di venti volte di un contadino, Hanno stadio, viaggi con quale mezzo che sia, teatro, terme e barbiere e parrucchiere ecc… ecc… ecc… se alle guerra ci fanno partecipare gli altri in prima persona. 
  • In conclusione, i liberal-massoni o giacobini che si voglia dire, che tanto si sono indignati per l’atrocità delle prepotenze a cui hanno voluto sostituire le proprie imposizioni, hanno creato una condizione fiscale per noi che paragonata a quella dell’antico regime ci fa fremere.
  •  “I 25 milioi di francesi avevano da pagare 470 milioni in imposte, vale a dire 18 o 19 libbre a testa; il guadagno medio di un muratore era di quasi una libbra al giorno cosicché al lavoratore, “ceto medio”, di allora il fisco richiedeva intorno a diciotto giorni di lavoro per gabelle, taglie, capitazione ventesime e altre imposte indirette.
  • E oggi? Con una percentuale media di imposta del 56,9% occorono non meno di 208 giorni di lavoro per pagare le imposte dell’anno.
  • C’ è da chiedersi se la Rivoluzione Francese è servita a migliorare la nostra condizione o se non sarebbe ora di produrne una nuova.” 
  • (François Hinckler, nel suo libbro sulle imposte sotto l’Ancien Regime). Fonte: http://www.institutcoppet.org/2013/11/14/larbitraire-fiscal-limpot-sous-lancien-regime-et-en-2013/
 

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